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NFT

Agli italiani piace token (per ora)

20 maggio 2021 | 07.09
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Con gli NFT, l’appeal contemporaneo della digitalizzazione incontra quello più retrò del detto popolare “del maiale che non si butta via niente”. Tutto può essere tokenizzato e venduto: dal meme al tweet, dall’auto al quadro. Ma durerà?

(Dal sito di Garage Italia)
(Dal sito di Garage Italia)

Gli ultimi, in ordine di tempo, a lanciarsi nell’avventura dei Non Fungible Token, sono Andrea Prince, ex artista e performer, ora art director di eventi digitali e autodefinito visionario, e lo storico agente dei vip Lele Mora, che annunciano l’ingresso nel mondo della criptoarte per trasformare sculture, fotografie e video in token unici e indivisibili. Il progetto ancora non è pubblico, ma Andrea Prince ha annunciato di essere in dirittura di arrivo. Chi invece è già partito è Lapo Elkann, che con il suo hub creativo, specializzato in personalizzazione e restauro di auto, Garage Italia ha deciso di puntare sugli NFT, realizzando dei token unici per ogni vettura che passerà per l’officina. Il primo modello a essere tokenizzato è una Suzuki Jimny con allestimenti speciali realizzati dall’atelier milanese, e sono in arrivo nei prossimi mesi un'Alfa Romeo Spider e una Datsun 240Z.

Gli NFT possono essere o meno collegati al possesso dell’opera fisica, come ad esempio nel caso dell’operazione avviata dagli Uffizi, che hanno venduto il DAW (Digital Art Work) del Tondo Doni di Michelangelo ma mantenendo la proprietà dell’opera. Il DAW altro non è che una trasposizione in alta definizione e in scala 1:1 dell’originale, realizzata con un brevetto tutto italiano. 140mila euro di ricavato, divisi al 50% tra l’azienda detentrice del brevetto e la Galleria.

Anche nel mondo della musica non restano a guardare: Sfera Ebbasta, Shablo e Charlie Charles con la loro società BHMG sono pronti a presentare le loro opere concettuali digitali (un mix di musica, arti visive, videoclip) che verranno commercializzate sotto forma di NFT. Più a cavallo con la tradizione del commercio di memorabilia è Morgan, che a inizio aprile ha messo in vendita su Opensea il file (chiaramente tokenizzato) della sua canzone Premessa della premessa, che in un’asta molto poco serrata ha portato però a casa 10 ethereum, e cioè circa 21mila dollari.

Da un lato la digitalizzazione di opere fisiche, dall’altro la mania per la collezione di figurine che non ci abbandona mai: in fondo possedere un NFT di una gif, di una foto, di una clip video, persino di un meme, altro non è che avere la “figurina rara”, quella autografata e numerata. Tanto che le case d’asta sono ben decise a cavalcare l’onda: Sotheby’s metterà in vendita online il primo NFT mai creato, Quantum, di Kevin McCoy, datato 2014. Le offerte, che saranno accettate dal 3 al 10 giugno, partiranno da 100 dollari (o l’equivalente in criptovaluta) ma c’è da aspettarsi che salgano vertiginosamente, come indicano aste precedenti. Primo fra tutti, Beeple, l’artista digitale che ha visto la sua opera Everydays: The First 5000 Days battuta da Christie’s per 69 milioni di dollari a metà marzo. È stato lui il primo a stupirsi per il risultato: “Potrei essere quello che ha guadagnato più di tutti da una cosa che poi si rivela una grande bolla”, ha detto intervistato dalla Cnn dopo l’asta. Il pensiero di Beeple non è isolato. La NFTmania già mostra qualche crepa, con il valore medio di un NFT che, secondo i dati pubblicati sul portale NonFungible.com, è sceso da fine febbraio a inizio aprile da 4mila a poco più di mille dollari.

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