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Agricoltura: martedì Salento in piazza contro batterio killer ulivi

22 febbraio 2015 | 15.54
LETTURA: 7 minuti

Non sono bastati i 13,6 milioni di euro e la nomina di un commissario per l'emergenza: il mondo agricolo e olivicolo del Salento, che ormai da un anno e mezzo è alle prese con il patogeno della xylella fastidiosa, il batterio killer degli ulivi che provoca il rapido disseccamento delle piante e che ha infestato tutta l'area della provincia di Lecce, ha deciso di scendere in piazza. Lo farà martedì 24 febbraio con una marcia degli agricoltori e dei trasformatori che, anche a bordo di trattori, partendo dall'hotel Tiziano, all'ingresso della città, percorreranno le strade che costeggiano il Tribunale, il castello Carlo V e la Prefettura, per concludersi, ovviamente solo per quanto riguarda i manifestanti a piedi, in piazza Sant'Oronzo.

Prevista dagli organizzatori la partecipazione di "parecchie migliaia di persone", spiega all'Adnkronos Giovanni Melcarne, agronomo, dell'Unione Produttori-Frantoiani Anti-xylella, uno dei portavoce del comitato spontaneo 'La Voce dell'Ulivo' che ha promosso la manifestazione, trovando l'adesione di tutte le organizzazioni agricole e di altri sindacati dei lavoratori dipendenti.

Il comitato spontaneo contesta innanzitutto l'esiguità della somma stanziata dal governo. "Quei soldi sono 'sangue' di noi produttori - hanno spiegato - non sono altro che la risultanza della riduzione delle dotazioni di gasolio agricolo e dall'azzeramento del premio Pac ai produttori con superficie inferiore a 50 are. Solo questi due punti valgono 13milioni e 600 mila euro".

7500 posti di lavoro in provincia di Lecce persi per la Xylella

"L'obiettivo principale del corteo - spiega Melcarne - è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'inerzia che c'è stata e c'è tuttora. Il primo grande risultato, mai verificatosi in provincia di Lecce, è stato quello di avere il fronte agricolo compatto con la firma congiunta su un documento da parte di tutte le associazioni di categoria. Poi vogliamo far sentire con forza il nostro grido d'aiuto nei confronti della politica e delle istituzioni in genere che reputiamo decisive per la risoluzione del problema. Saremo vicini alla ricerca e alla scienza, ma anche al commissario, in modo vigile. Per noi è un'istituzione fondamentale nell'approccio con il territorio".

Il batterio ormai ha invaso quasi tutta la provincia e ha già provocato danni ingentissimi all'economia delle aziende agricole. E continua a propagarsi. Di fatto è stato azzerato il reddito di centinaia di aziende olivicole, cooperative e frantoi in un’area che da sempre ha nell’olivicoltura la principale attività economica. Con ricadute negative anche per l'occupazione.

Melcarne cita uno studio della Cgil "sulla perdita di 7500 posti di lavoro in provincia di Lecce a causa del problema Xylella".

Commissario, entro i primi giorni di marzo, dovrà produrre un piano

Gli olivicoltori e i frantoiani non ritengono sufficienti per combattere l'emergenza ed eradicare la malattia i recenti provvedimenti adottati dal Consiglio dei ministri, su proposta del Ministero delle politiche agricole, e dal direttore della Protezione civile Franco Gabrielli: il primo ha dichiarato lo stato di emergenza, stanziando le risorse economiche, il secondo ha nominato come commissario il comandante regionale del Corpo forestale dello Stato Giuseppe Silletti. Tuttavia, occorre ricordare, che è la prima volta in Italia che la protezione civile interviene su un’emergenza fitosanitaria.

Silletti si avvarrà, come soggetto attuatore, dell’Istituto per le attività irrigue e forestali della Regione Puglia e anche dell'Ente Regione nel suo complesso, del servizio fitosanitario regionale e dei soggetti territoriali interessati. Il Commissario, entro i primi giorni di marzo, dovrà produrre un piano da sottoporre all’approvazione del Dipartimento della protezione civile, dopo un'istruttoria di un comitato di monitoraggio costituito da 7 elementi, 3 nominati dal ministero che ne assumerà la presidenza, 2 della Regione e 2 del Dipartimento. Il piano del Comitato Tecnico avrà 180 giorni come orizzonte temporale.

Secondo Melcarne da ottobre 2013, quando è comparso il batterio, "si è proceduto a un passo troppo lento. Fermo restando che la Regione Puglia deve destinare delle somme anche all'interno del Programma di sviluppo rurale, per risolvere l'emergenza devono intervenire in solido o con delle norme 'ad hoc' il governo centrale e non ci dimentichiamo dell'Unione europea, perché di fatto il problema nasce dalle maglie larghe dell'Europa che ha fatto entrare piante e prodotti non controllati".

"Proprio in Olanda, il centro europeo dello smistamento delle piante ornamentali in tutto il mondo - ricorda - sono state bloccate recentemente piante provenienti, credo dal Costarica, contenenti il batterio xylella. Questa è la prova provata dell'origine del problema".

Insomma, c'è stata una marcia indietro: prima passava tutto attraverso quelle maglie larghe, adesso che è scoppiato il 'bubbone', hanno rafforzato l'attenzione. "Questa è una guerra – ha argomentato nei giorni scorsi il presidente della regione Nichi Vendola circa i ritardi negli interventi - e nelle guerre bisogna conoscere il nemico perché altrimenti si rischia di combattere contro i fantasmi. Il lavoro di un anno durissimo di impegno è stato quello prima di tutto della individuazione del batterio patogeno da quarantena della xylella fastidiosa, poi è stato quello della individuazione e delimitazione delle aree infette, quindi quello della costruzione di due aree cuscinetto, una immediatamente prospiciente le aree infette e una utilizzata come cordone fitosanitario. Infine l’indicazione di quelle che sono le azioni da compiere nelle aree infette".

Bloccare la diffusione del patogeno infestante non è semplice poichè non sono chiari l'origine, i vettori di diffusione, le contromisure. "Noi vediamo solo che i nostri alberi continuano a seccare", sottolinea Melcarne. "Nel nostro Paese però - precisa - ognuno deve fare il proprio mestiere. Noi come comitato vogliamo solo sollecitare, vigilare: siamo persone competenti, rappresentanti di aziende di trasformazione, produttori, ma non vogliamo metterci davanti a chi è deputato a prendere provvedimenti".

Il 24 porteranno al prefetto il documento sottoscritto da tutte le associazioni di categoria. "Sono interventi a copertura dei minori guadagni delle aziende agricole e degli investimenti sui progetti mirati per la ricerca che sono ancora lenti. Forse uno sta per partire", sottolinea Melcarne. "Di ricerca se ne è fatta ancora poca. I nostri ricercatori sono senza benzina di fatto". E nel frattempo come si deve agire in concreto? "E' fondamentale sicuramente l'applicazione da parte di tutte le aziende delle buone pratiche agronomiche che però non sono la soluzione", spiega. "Sono, a nostro avviso, fondamentali per prendere tempo e per consentire alla ricerca di trovare una soluzione. Ma anche Comuni, Province, tutte le istituzioni devono curare maggiormente il territorio che è in stato di abbandono".

Per fare tutte queste cose non bastano 13 milioni di euro. "Per approcciare in modo definitivo e determinante il problema ci vogliono probabilmente importi che si avvicinano a quelli delle Leggi Finanziarie", afferma Melcarne, che lamenta finora una mancanza di coordinamento.

Molti coltivatori hanno proceduto al taglio degli alberi ma in ordine sparso. "In questo, ad esempio, sarà fondamentale l'intervento del commissario", sostiene. "Non vogliamo militarizzare il territorio ma crediamo che un po' di fermezza serva. L'intervento deve essere coordinato perché prima di tutto bisogna informare: registriamo infatti che molti agricoltori e molti comuni cittadini non hanno compreso qual è il problema. Ognuno sta facendo quello che, secondo lui, è giusto fare e ma questo non è un approccio scientifico al problema. Una persona credibile come quella del commissario nominato è un buon inizio ma non è il punto di arrivo, come ho letto in qualche comunicato stampa in questi giorni. Personalmente ritengo che i fitofarmaci serviranno a ben poco".

"Perché, se si riuscisse ad abbattere il cento per cento del vettore - continua Melcarne - potrebbe avere un senso, fermo restando che va verificato l'impatto ambientale sui cittadini. Dato che è difficilissimo distruggere tutti i vettori, sono un po' scettico. Non mi scandalizzo se l'utilizzo dei fitofarmaci rientra nell'ordinarietà degli interventi, non nella straordinarietà".

Gli agricoltori hanno chiesto ad esempio una moratoria sul credito, sull'Imu e interventi sui contributi previdenziali per compensare, come ha sottolineato la Coldiretti Puglia, "una campagna olivicolo-olearia disastrosa". Il presidente di Coldiretti Lecce Leo Piccinno che aderisce alla marcia, spiega che "l'iniziativa, nata dalla base, coinvolge tutti, non solo gli agricoltori e vuole sensibilizzare l'opinione pubblica italiana e i soggetti decisori sul rischio che corre un patrimonio di storia e cultura. Poi la Coldiretti, ovviamente ha preparato una piattaforma di rivendicazioni sostenuta anche dalle altre organizzazioni. Ma quello è un altro piano".

Quanto alla dichiarazione dello stato di emergenza "finalmente arrivata dopo un anno e mezzo, è utile e ci rende soddisfatti ma è un punto di partenza perchè il commissario è uno strumento e non la soluzione. Il decreto di natura emergenziale - conclude - ha solo l'obiettivo di contenere la malattia".

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