Si stima che 6,3 miliardi di persone vivranno nelle aree urbane entro il 2050, eppure l’agricoltura urbana e periurbana non gode della necessaria attenzione da parte delle politiche pubbliche. Per raccontare il valore di queste esperienze in diversi contesti e incoraggiarne lo sviluppo, nasce il catalogo delle buone pratiche di agricoltura urbana e periurbana nel Mediterraneo: si chiama "Madre - Agricoltura metropolitana per lo sviluppo di un’economia innovativa, sostenibile e responsabile" ed è un progetto europeo di cooperazione territoriale che punta a cambiare il modello di approvvigionamento alimentare delle metropoli.
Iniziato a febbraio 2017, il progetto andrà avanti fino a luglio 2018, con un budget totale di 1,17 milioni di euro e cofinanziato per 99mila euro dal programma Interreg Med. Il catalogo raccoglie 36 buone pratiche identificate nelle sei aree metropolitane associate al progetto (Barcellona, Bologna, Marsiglia, Montpellier, Salonicco e Tirana), in termini di innovazione per gli agricoltori, innovazione sociale, innovazione per i consumatori, ricerca accademica, innovazione territoriale e innovazione transnazionale.
Gli obiettivi del catalogo sono: creare una mappa degli stakeholder chiave per l’agricoltura urbana e periurbana mediterranea e connetterli; identificare buone pratiche sviluppate e consolidare le conoscenze acquisite; valutare il rendimento in termini economici, ambientali e sociali dell’agricoltura urbana e periurbana; promuovere le pratiche più rilevanti e innovative e facilitarne la replica e l’adattamento in altri territori.
I partner locali hanno raccolto da 1 a 5 buone pratiche, nelle loro zone di provenienza, per le sei aree di innovazione identificate da Madre e definite nel catalogo. Una selezione di buone pratiche è inclusa nel catalogo, mentre tutte le iniziative raccolte saranno caricate e rese visibili nella piattaforma digitale, presto online.
Il progetto ha prestato particolare attenzione a otto aspetti cruciali per l’agricoltura urbana e periurbana: creazione di posti di lavoro, inclusione sociale, educazione, benefici per la salute e alla nutrizione, aumento della qualità e creazione di valore, benefici organizzativi, integrità territoriale e gestione del territorio; benefici ambientali; sinergie con altri stakeholder del territorio e dunque la capacità di fare rete.