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Agueci: "A Palermo ancora in molti pagano il pizzo"

28 agosto 2017 | 16.56
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L'ex Procuratore Agueci (Foto AdnKronos)
L'ex Procuratore Agueci (Foto AdnKronos)

A Palermo sono "ancora in tanti, in troppi, a pagare il pizzo", anche se "aumenta il numero di chi decide di denunciare", seppure i "numeri non siano ancora confortanti". A dirlo all'Adnkronos è Leonardo Agueci, per otto anni Procuratore aggiunto di Palermo e da un mese in pensione. Agueci ha coordinato le inchieste più importanti sul racket del pizzo a Palermo e ha chiesto e ottenuto l'arresto di decine di estorsori. Alla vigilia della commemorazione di Libero Grassi, l'imprenditore ucciso 26 anni fa sotto la sua abitazione per essersi opposto al pizzo, Agueci fa il punto della situazione sul racket del pizzo nel palermitano. "Quando i pentiti di mafia cominciarono a parlare della decisione di uccidere Libero Grassi - racconta Leonardo Agueci - dissero che l'omicidio dell'imprenditore non era stato deciso perché non pagasse il pizzo ma perché faceva propaganda contro il pizzo. La mafia ha voluto colpire qualcuno che rendeva pubblica questa ribellione".

"Una volta, ai tempi del libro mastro dei Madonia, vent'anni fa - aggiunge ancora Leonardo Agueci - succedeva che molte delle vittime piuttosto che ammettere di pagare il pizzo, preferissero finire sotto processo ed essere condannati. La forza di intimidazione della mafia era molto più efficace dello Stato. Ma, ribadisco, parliamo di 20 anni fa. Oggi su questi fronte c'è stato un deciso miglioramento. Il fatto di pubblicizzare la ribellione al pizzo è un costume, ci sono le locandine di Addiopizzo, c'è un movimento".

Per Agueci, "il sacrificio di Libero Grassi, da questo punto di vista, non è stato inutile. Oggi è vero che il numero delle vittime che denunciano è ancora limitato, però rispetto al passato, se vengono messe davanti al fatto compiuto, ammettono di avere subito una estorsione. Questo è il dato positivo. Ma da qui a dire che il problema non c'è più è sbagliato". "Sono ancora tanti quelli che pagano il pizzo - dice ancora Agueci - ancora la mafia esercita il suo controllo. Però, oggi, lo Stato è più credibile rispetto al passato".

Per l'ex Procuratore aggiunto di Palermo "è molto importante la diffusione di una certa cultura", perché Libero Grassi "è stato ucciso dall'isolamento in cui è stato lasciato, oggi si tratta di tentare di eliminare l'isolamento di cui l'imprenditore è vittima". "Oggi dipende dagli atteggiamenti individuali - dice ancora Agueci - chi vuole sa che che può non essere solo". E cita l'esempio dell'inchiesta 'Black Cat' sfociata in una sorta di maxiprocesso contro il pizzo nel cuore delle Madonie, nel palermitano. "Nelle Madonie nessuno ha denunciato - racconta - ma quando li abbiamo sentiti nell'operazione 'Black Cat' e siamo andati a sentire le vittime, gran parte di loro ha ammesso, è una evoluzione".

Alla domanda se è ottimista sul futuro dice: "Tutto sommato sì, ma sui tempi non sono in grado di rispondere...".

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