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Fisco: Corte Conti, tax compliance non funziona, cambiare strategia

02 dicembre 2014 | 12.07
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Lo rileva la Corte dei Conti in un report allegato a una indagine sulla tax compliance, ovvero lo sforzo di favorire l'adesione spontanea all'obbligo fiscale, che "non funziona"

Fisco: Corte Conti, tax compliance non funziona, cambiare strategia

Un controllo fiscale ogni 33 anni. E', in media, quello che spetta ai professionisti e alle piccole imprese. In pratica, moltissimi operatori "non subiscono alcuno controllo approfondito nell'intero arco temporale della loro attività", denuncia un report della Corte dei Conti allegato all'indagine, approvata oggi, sugli effetti dell’azione di controllo fiscale in termini di stabilizzazione della maggiore tax compliance.

Se infatti, si legge, l'azione di controllo dell'amministrazione appare "numericamente adeguata" nel caso di soggetti più rilevanti, come i grandi contribuenti, oggetto di controllo "pressoché costante", il contrario può dirsi nel caso della g rande massa di imprese di minori dimensioni e professionisti per i quali il controllo ex post ha carattere "del tutto eventuale ed episodico".

Su un totale di 6 milioni 162.948 dichiaranti (nell'anno di imposta 2012) il numero di accertamenti è risultato pari a 189.513 pari al 3%. Di questi però il 94% (circa 2981 su 3.167 dichiaranti) ha riguardato i 'grandi contribuenti'; il 25% (14.363 su 57mila dichiaranti) hanno riguardato imprese 'di medie dimensioni'; il 3% invece (167.392 su 5 mln 910mila dichiaranti) ha riguardato 'imprese di minori dimensioni e professionisti'; e solo il 2% (4.777 su 192mila dichiaranti) ha riguardato Enti non commerciali.

Intanto, il giudizio complessivo sulla tax compliance, lo sforzo dell'amministrazione di favorire l'adesione spontanea all'obbligo fiscale, è negativo: non funziona e serve un cambio di strategia nel contrasto all’evasione.

Dall'analisi dei dati conoscitivi, infatti, si legge nel Report, "emerge la limitata influenza che l’attività di controllo esercita sui comportamenti successivi dei contribuenti esaminati". Da questo, dicono ancora i magistrati contabili, occorre mettere a punto "una diversa strategia di contrasto dell’evasione". Un cambio di passo dunque che dovrà , per la Corte dei Conti, avvalersi essenzialmente "della fatturazione elettronica" ma anche , in chiave persuasiva e conoscitiva, dell'introduzione dell'obbligo "di pagamento tracciato e di comunicazione telematica dei corrispettivi".

I dati della Corte dei Conti vengono accolti come un importante contributo per ristabilire la verità dal segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. "Finalmente anche una magistratura dello Stato conferma quello che noi diciamo da anni: le tasse in Italia sono costrette a pagarli sino all'ultimo euro solo i lavoratori dipendenti e i pensionati".

"Peraltro, l'urgenza della riforma fiscale è dovuta dalla mancanza di risorse che - continua Barbagallo - servirebbero per portare il Paese fuori dalla crisi e per puntare allo sviluppo. E quando il governo comincerà a fare una seria riforma fiscale non si confronti solo con coloro che, in gran parte, sono evasori e che, doppia beffa, finiscono per fruire dei benefici dello stato sociale".

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