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Aids: 'Hiv? Zanzare lo trasmettono', poche e confuse conoscenze adolescenti (2)

30 maggio 2014 | 15.54
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(Adnkronos Salute) - Secondo i dati ministeriali, le nuove diagnosi di infezione da Hiv sono circa 4 mila l'anno; diminuisce la proporzione di tossicodipendenti, ma aumentano i casi attribuibili a trasmissione sessuale. L'informazione e la consapevolezza degli adolescenti è dunque cruciale per tendere all'obiettivo di ridurre drasticamente i nuovi casi.

Nel realizzare lo studio i ricercatori hanno scelto le 6 regioni nelle quali somministrare i questionari seguendo tre criteri: la rilevanza epidemiologica della malattia, le differenze nell'organizzazione socio-sanitaria e la rappresentatività del territorio nazionale. Guardando ai risultati, si notano differenze tra regione e regione ad esempio nelle fonti di informazione: in Veneto e Toscana dopo la scuola (27-28%) è il medico di famiglia a informare di più, mentre il Sicilia e Campania alla scuola (37-35%) segue la televisione (20-19%). Il Veneto (17%) presenta valori due volte e mezza superiori alla Sicilia (7%) nella propensione all'astinenza sessuale come metodo di prevenzione alternativo al profilattico.

L'indagine ha riguardato anche 952 persone rappresentanti della popolazione generale italiana. Il 6,4% ha risposto che una persona sieropositiva "si riconosce perché magra e sciupata", mentre in realtà non è affatto riconoscibile (60% le risposte corrette). Significativa la scarsa conoscenza sul periodo finestra e sul periodo di incubazione della malattia. I ricercatori hanno incontrato 215 persone immigrate, provenienti da 53 Paesi del mondo, con le quali hanno realizzato questionari e focus group. L'indagine ha riscontrato lacune e dubbi significativi. Il 28% crede l'Aids sia una malattia ereditaria, e la maggior parte ha dubbi sui veicoli dell'infezione. Infine, un questionario di 30 domande è stato costruito con la collaborazione di rappresentanti della comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali trasgender) e sottoposto a 165 persone. Solo il 31% degli Lgbt hanno risposto correttamente che gli omosessuali maschi, senza precauzioni, sono più a rischio di contrarre il virus Hiv.

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