(Adnkronos Salute) - E l'attuale trattamento con antiretrovirali (HAART) non ha come obiettivo l'Hiv dormiente. Gli studi hanno da tempo dimostrato che questi piccoli serbatoi possono essere riaccesi se un paziente smette di prendere i farmaci, un fenomeno che ha dimostrato di essere il principale ostacolo a una cura. Modelli di laboratorio di cellule infettate da Hiv latente avevano suggerito che alcuni composti potevano invertire la latenza e risvegliare le cellule infette quel tanto che basta per renderle vulnerabili all'eradicazione, spiega lo scienziato.
L'obiettivo del nuovo studio è stato quello di confrontare i vari agenti che mettono la retromarcia alla latenza retromarcia sulle cellule prelevate dai pazienti, attaccati a una macchina che separava i globuli bianchi reimmettendo nel loro organismo solo quelli rossi. "La sorpresa è stata che nessuno di questi in realtà ha funzionato", conclude il ricercatore Greg Laird, coautore dello studio. Gli scienziati non si arrendono, e il prossimo passo sarà quello di studiare i farmaci in combinazione. Non solo: Laird spiega che gli esperimenti hanno portato a sviluppare test più sensibili per testare la riattivazione del virus. Non tutto il lavoro, dunque, finirà 'cestinato'.