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Aiget, continui rinvii fine tariffe luce e gas regolate confondono utente finale

12 marzo 2021 | 15.33
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Massimo Bello, presidente Aiget
Massimo Bello, presidente Aiget

"I continui rinvii della fine delle tariffe di luce e gas regolate confondono l'utente finale e fanno perdere fiducia nel mercato. La stessa indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat ci dice che ben 7 milioni di italiani non sanno se bolletta in mercato libero o tutela". Lo dice all'Adnkronos/Labitalia Massimo Bello, presidente Aiget, Associazione italiana di grossisti di energia e trader.

"Bisogna lavorare sulla concorrenza, infatti - sostiene - un mercato più dinamico porta innovazione. Stiamo parlando di un settore che andrà incontro a tantissima innovazione nei prossimi anni, come l'auto elettrica, le stazioni di ricarica di distribuzione, la domotica per la casa, tutta l'attenzione sull'efficienza energetica e sulla sostenibilità. Sta cambiando la tecnologia e ne risentirà, in termini di innovazione, l'intero settore".

"Pensare - avverte - che in una situazione così mutevole non si dia un valore anche alla concorrenza è limitante, perché vorrebbe dire che solo le aziende pubbliche possono fare innovazione ed è assurdo. Anzi, bisognerebbe capire che la concorrenza, così come l'innovazione tecnologica e l'introduzione di nuovi servizi, è un tassello fondamentale se si vuole modernizzare tutto. Come Aiget, promuoviamo la concorrenza dei mercati energetici e possiamo dire anche pari opportunità perché il rischio è che solo le aziende di Stato possano realmente partecipare all'innovazione e alla modernizzazione del settore".

"Invece -ammette - non si vuole aprire il mercato, i continui rinvii sono uno strumento sbagliato rispetto alla finalità che si vuole perseguire. Siamo ormai al quarto o quinto rinvio ma la domanda è: qual è l’obiettivo da perseguire? Esiste una chiara evidenza che sul mercato libero il cliente se vuole può trovare prezzi inferiori rispetto alla maggior tutela e quando invece trova prezzi più elevati è perché il servizio proposto è diverso: ad esempio prezzi fissi invece che variabili come in tutela, energia verde, prestazioni aggiuntive".

"Inoltre - continua - le aste per l'aggiudicazione dei clienti tutelati farebbero di sicuro emergere prezzi ancor più competitivi. Dunque, se si vuole evitare che il cliente finale paghi di più, bisognerebbe solo organizzare bene le cose, non rinviare".

Il presidente Aiget, fa poi un esempio: "Pensiamo al caso delle modifiche agli standard tecnologici delle televisioni. Già nel 2012 c’era stato un primo cambio importante col passaggio al digitale, che ha costretto milioni di italiani a cambiare tv. Ora, tra 2021 e 2022, ci saranno almeno 10 milioni di italiani interessati da un ulteriore cambio degli apparecchi. È evidente che cambiare tv è una cosa che costa molto ma nessuno ne parla e non esiste una forte opposizione a tale evento. Questo perché è considerata una scelta a favore dell’innovazione".

"Nell'energia - avverte - si ostacola la concorrenza anche se gli utenti finali non dovranno pagare nulla per uscire dal mercato tutelato. Non si è capito una cosa: favorire la concorrenza significa innovare. Pensiamo a tanti settori in cui la concorrenza e la presenza di nuovi operatori nel mercato ha portato innovazione: viaggi, banche, assicurazioni, intrattenimento, pagamenti, etc.".

"Nell’energia - puntualizza il presidente Aiget - si crede erroneamente che solo gli operatori tradizionali possano innovare. Ne è un esempio anche la prima bozza del Recovery fund (più correttamente Next Generation Eu), che era una raccolta di progetti delle imprese energetiche pubbliche o semi-pubbliche".

Per Massimo Bello, "bisognerebbe, invece, creare le condizioni affinché si crei un ecosistema di imprese nuove o esistenti, che possano svilupparsi e concepire nuovi servizi". "Una maggiore concorrenza favorirebbe questo sistema perché consentirebbe la crescita di tante imprese fino a raggiungere una dimensione tale da consentire l’innovazione. Viceversa, l'unico risultato che si ottiene con il rinvio della fine delle tariffe regolate è il preservare le attuali quote di mercato, non l’interesse dei clienti finali", conclude.

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