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Turchia: polemiche per statua che scatta selfie, messa sotto scorta

11 maggio 2015 | 18.40
LETTURA: 2 minuti

Posizionata due giorni fa sul Mar Nero, qualcuno la trova un insulto alla memoria storica del paese. Dopo sfregi allo smartphone e alla spada, la polizia pattuglia la piazza.

Da Twitter
Da Twitter

Per qualcuno è arte moderna, per altri è una trovata acchiappaturisti, per altri ancora un oltraggio alla memoria storica del paese. Non si placano le polemiche per una statua che il comune di Amasya, città turca sul Mar Nero, ha fatto erigere due giorni fa in una piazza. La statua rappresenta un principe ottomano in costumi tipici e spada. La sua particolarità è che, con il braccio destro proteso in avanti, la statua regge uno smartphone con cui si scatta un selfie. A qualcuno l'iniziativa proprio non è piaciuta, tanto che il comune ha dovuto fornire di scorta (in carne e ossa) il principe in acciaio brunito.

La maggior parte della popolazione e dei turisti sembra aver trovato quanto meno divertente l'iniziativa. Su Twitter e sugli altri social network sono ormai diverse centinaia le foto di utenti che si sono fotografati accanto alla statua, che, essendo a grandezza naturale e posizionata di fronte a un'area paesaggistica, dà l'idea di scattare un selfie di gruppo. Ma qualcuno ha invece obiettato che l'idea è un insulto all'arte, se non alla memoria storica della Turchia e soprattutto di Amasya, che sotto l'impero ottomano ospitava i giovani principi della corte di Istanbul, che qui venivano educati e addestrati a governare. Nella città sono anche nati diversi sultani.

Così, ieri, qualcuno ha preso di mira la statua, rompendo il telefono cellulare che aveva in mano. Poco dopo, è stata spezzata anche la spada che portava sul fianco. Stamattina la polizia è arrivata sul luogo del delitto, lo ha perquisito e, in attesa di trovare una soluzione allo sfregio, ha deciso di piantonare la piazza, fissando turni di 'scorta' al giovane principe. Un'inchiesta è stata aperta per identificare i responsabili degli atti vandalici.

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