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Iran: D'Agata (Ccii), export Italia può tornare a livelli record nel 2016

17 marzo 2015 | 15.42
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Iran: D'Agata (Ccii), export Italia può tornare a livelli record nel 2016

La possibile revoca delle sanzioni contro l'Iran, tra i nodi centrali del negoziato sul programma nucleare di Teheran, potrebbe portare benefici economici per l'Italia già nel breve termine, riportando le esportazioni nella Repubblica islamica ai livelli record già nel 2016. Lo sottolinea in un'intervista ad Aki-Adnkronos International il segretario generale della Camera di Commercio e Industria Italo-Iraniana (Ccii), Pier Luigi D'Agata, che analizza gli effetti delle restrizioni sui rapporti economici tra i due paesi.

La premessa dell'analisi - spiega D'Agata - è valutare, una volta che sarà raggiunto l'accordo sul nucleare, se la revoca delle sanzioni sarà immediata e avverrà in modo graduale. "Se le sanzioni cadranno senza periodo transitorio - afferma - cadranno tantissime difficoltà politiche e le grandi imprese italiane che lavorano con gli Stati Uniti potranno tornare ad essere presenti in Iran".

Inoltre, saranno rimosse anche le sanzioni finanziarie che, secondo il segretario generale della Ccii, rappresentano "una delle maggiori difficoltà per le imprese italiane", anche per il fatto che "le grandi banche italiane non lavorano più sull'Iran". "Naturalmente - prosegue D'Agata - ci sarà poi la possibilità per tutte le imprese attive nei settori sotto restrizione di poter ricominciare a lavorare con l'Iran anche con soggetti attualmente sotto restrizione, in particolare nell''oil and gas' come la grande compagnia di Stato e il ministero del Petrolio".

L'Iran rappresenta un mercato dal "potenziale enorme" per l'Italia perché è al centro di una vasta aerea di 300 milioni di potenziali consumatori, evidenzia il segretario generale del Ccii, che snocciola alcuni dati sull'interscambio tra i due paesi. Nel 2014 si è fermato a 1,596 miliardi di euro contro un picco nel 2011 di 7,097 miliardi. Se si considerano solo le esportazioni, l'Italia ha raggiunto un picco di 2,125 miliardi di euro nel 2008, mentre nel 2014 sono ammontate a 1,156 miliardi, in crescita rispetto al 2013.

"Se cadono tutte le sanzioni, comprese quelle finanziarie, si può tornare rapidamente al massimo storico del 2008 - è l'opinione di D'Agata - Le possibilità sono enormi, il paese è molto ricettivo allo sviluppo di business con le imprese italiane quindi è possibile che nel 2016 si torni a quelli che erano (i livelli, ndr) ante-restrizioni".

In Iran al momento ci sono alcune centinaia di imprese italiane, attive in tutti i settori economici salvo l''oil and gas' per la parte vietata, dove si concentra il massimo delle restrizioni. In questi anni di sanzioni - spiega D'Agata - l'industria italiana è stata gravemente danneggiata per due motivi. "Il primo è che hanno limitato le esportazioni - conclude - Il secondo perché hanno avvantaggiato i più agguerriti competitor delle industrie italiane dell'estremo oriente".

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