(Aki) - Le Nazioni Unite rinnovano l'appello alle parti coinvolte nel conflitto nel Sud Sudan perché favoriscano l'accesso degli aiuti umanitari. Nel sottolineare le difficoltà ad arrivare in molte aree del Paese attraverso strade e fiumi, l'Unhcr ed il Wfp chiedono che siano rimossi gli ostacoli per raggiungere la popolazione in difficoltà, inclusi 125,000 rifugiati sudanesi nella contea di Maban, nel governatorato dell'Alto Nilo. "Abbiamo scorte di cibo che potrebbero raggiungere i campi dei rifugiati ma gli scontri in corso lungo le principali vie di snodo ci impediscono di distribuire scorte sufficienti nella Contea di Maban per assistere i rifugiati", ha dichiarato Mike Sackett, direttore ad interim del Programma alimentare mondiale in Sud Sudan.
"Stiamo dando la priorità ad aerei ed elicotteri per distribuire il cibo ai rifugiati e alla popolazione sud sudanese colpita dalla crisi. Raggiungere le strade di accesso a Maban e altre comunità isolate a causa del conflitto è fondamentale per scongiurare il pericolo di una catastrofe umanitaria in Sud Sudan", ha continuato Sackett.
Si stima che questo conflitto abbia provocato, da quando è iniziato nel dicembre 2013, migliaia di vittime e abbia costretto decine di migliaia di civili a cercare rifugio presso basi Onu del Paese. Inoltre è stato segnato da numerose violazioni dei diritti umani.
La settimana scorsa sono inizati i colloqui di pace tesi a trovare una soluzione alla crisi esplosa a seguito dello scontro tra il presidente Salva Kiir e l'ex vice presidente Riek Machar. E a Juba è arrivato questa mattina il segretario di Stato americano John Kerry, che è tornato ad evocare il rischio di un genocidio nel Paese scosso da quattro mesi di violenze.
