(Aki) - Di fatto, la situazione della sicurezza non e' mai stata cosi' difficile. In vista del voto di domani, gli Stati Uniti hanno intensificato le misure di sicurezza intorno alla loro ambasciata a Tripoli e hanno avvertito il personale di adottare misure cautelative eccezionali. A far innalzare il livello di allarme, la recente cattura da parte degli Usa di Ahmed Abu Khatallah, sospettato di aver avuto un ruolo chiave nell'attentato contro il consolato americano a Bengasi nel 2012, costato la vita all'ambasciatore Chris Stevens e ad altri tre cittadini Usa.
Le possibili rappresaglie per la cattura della scorsa settimana si aggiungono ai frequenti rapimenti di diplomatici stranieri, soprattutto di paesi arabi, da parte di milizie che chiedono in cambio del loro rilascio la scarcerazione di loro uomini.
Se sul piano della sicurezza il fallimento della nuova Libia e' totale, la situazione e' ancora piu' tragica su quello dell'economia. Con gran parte dei pozzi e degli altri impianti in mano alle milizie e alle forze separatiste dell'est, la produzione petrolifera, che copre il 70% del Pil nazionale, il 95% delle entrate dello Stato e il 98% delle esportazioni, e' ai minimi storici. Rispetto a una capacita' di 1,5 milioni di barili al giorno, la produzione ha toccato il minimo storico dei 250mila barili. Solo tra luglio 2013 e febbraio 2014, secondo stime del ministero del Petrolio e della Banca Mondiale, si contano perdite per piu' di 10 miliardi di dollari.
