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Mo: Oxfam, a Gaza 395mila civili sono senz'acqua e servizi igienici

14 luglio 2014 | 19.14
LETTURA: 2 minuti

Relatives and friends carry the bodies of the al-Kaware family as they mourn during their funeral in Khan Yunis, in the Gaza Strip, on July 9, 2014. The father and his six sons were all killed in an Israeli air strike that apparently targeted their home in response to Hamas firing rockets into Israel. UPI/Ismael Mohamad - Infophoto - INFOPHOTO
Relatives and friends carry the bodies of the al-Kaware family as they mourn during their funeral in Khan Yunis, in the Gaza Strip, on July 9, 2014. The father and his six sons were all killed in an Israeli air strike that apparently targeted their home in response to Hamas firing rockets into Israel. UPI/Ismael Mohamad - Infophoto - INFOPHOTO

Con l’intensificarsi dei raid aerei israeliani sulla Striscia di Gaza, sono 395mila le persone, in 18 diverse località, che si sono viste distruggere le strutture idriche e sanitarie che fornivano loro servizi essenziali. E' quanto si legge in una nota di Oxfam, secondo cui il 90% dell’acqua potabile nella Striscia è a rischio di contaminazione. In grave difficoltà anche le strutture sanitarie: sono stati danneggiati quattro ospedali, tre cliniche, un centro per disabili e quattro ambulanze. Le 10 cliniche mobili di Oxfam hanno dovuto sospendere momentaneamente il proprio lavoro a causa dei bombardamenti in corso.

Cresce nel frattempo l’emergenza cibo. i prezzi dei beni alimentari stanno salendo rapidamente: lo staff di Oxfam, presente a Gaza con 34 operatori locali, riporta che il prezzo di verdure come pomodori è raddoppiato nei giorni scorsi. Mentre ovviamente i negozi restano chiusi.

Nelle ultime ore il numero delle vittime a Gaza è arrivato ad almeno 176, mentre sono oltre 1.130 i feriti, di cui due terzi costituiti da donne e bambini. L'ufficio di coordinamento per i diritti umanitari (Ocha) riporta inoltre che almeno il 75% dei decessi riguarda civili, di cui il 30% è rappresentato da bambini. Dati confermati in linea di massima anche dalle Nazioni Unite, che parlano del 70% di civili colpiti.

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