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Francia: imprenditore algerino propone di finanziare Charlie Hebdo

09 gennaio 2015 | 17.59
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Francia: imprenditore algerino propone di finanziare Charlie Hebdo

L'imprenditore algerino Rachid Nekkaz, noto per essersi proposto come candidato alle presidenziali francesi del 2007 e per essersi candidato a quelle algerine nel 2014, ha offerto 700.000 euro alla rivista satirica francese Charlie Hebdo per acquisire il 51% delle azioni della sua casa editrice. Lo ha annunciato lo stesso Nekkaz, che è nato in Francia da genitori algerini e che nel 2014 ha rinunciato alla cittadinanza francese per potersi candidare in Algeria.

La proposta dell'imprenditore è arrivata dopo gli attentati che hanno colpito Parigi. "Questa carneficina - ha detto in un'intervista a Bloomberg - è una dichiarazione di guerra alla civiltà. Nessun musulmano al mondo può accettare che un essere umano sia assassinato in nome dell'Islam".

Cresciuto a Choisy-le-Roi, sobborgo di Parigi, Nekkas è noto in Francia per la posizione netta presa contro la legge che vieta alle donne di indossare il velo islamico integrale nei luoghi pubblici. Ha spiegato di essersi offerto di comprare un pacchetto maggioritario di azioni di Les Editions Rotatives, la casa editrice di Charlie Hebdo, la cui sede è stata presa d'assalto mercoledì scorso.

L'imprenditore ha aggiunto che già nel 2012 aveva fatto questa proposta alla casa editrice, in difficoltà finanziarie, e ha assicurato che l'indipendenza della rivista satirica sarebbe garantita. "I musulmani - ha detto - accettano la pubblicazione delle caricature di Charlie Hebdo anche quando vanno contro il loro credo".

Nel 2012 fu Stephane Charbonnier, noto come Charb, direttore della rivista e una delle vittime dell'attacco di mercoledì, a rifiutare la sua offerta. "Mi disse - ha ricordato l'imprenditore 43enne - che i membri dello staff avevano preso la decisione insieme e che l'avrebbero riesaminata, se necessario".

Nekkas, che ha finanziato molte donne musulmane multate in Francia perché indossavano il velo integrale (894 casi per un totale di 206.000 euro, a suo dire), ha spiegato che questo gesto, al pari del sostegno a Charlie Hebdo, rientra nel suo impegno per la "libertà di espressione, religione, movimento e scelta in fatto di abbigliamento". "Il gap si fa sempre più grande - ha detto - tra i begli ideali della Repubblica e il modo in cui sono messi in atto. Non accetterò che la paura dell'Islam sia sfruttata per poter adottare leggi che restringono le nostre libertà".

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