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Mo: 'intifada' delle scope, donne e bambini ripuliscono zone arabe Gerusalemme

16 aprile 2015 | 11.11
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Il coordinatore della campagna: "Il municipio non garantisce servizi di pulizia come nelle aree israeliane. Non è campagna politica, ma per i diritti dei palestinesi"

Mo: 'intifada' delle scope, donne e bambini ripuliscono zone arabe Gerusalemme

E' scoppiata l''intifada' delle scope a Gerusalemme. Centinaia di giovani studenti e donne 'armati' di ramazza hanno ripulito alcuni dei quartieri arabi della città nell'ambito di una campagna implementata da Oxfam e finanziata dall'Unione Europea intitolata 'Cleaner and Healthier Jerusalem'.

Dopo una mattinata di duro lavoro tra le vie di Salah al-Din, al-Zahra e del compound di al-Aqsa, i partecipanti - la maggior parte proveniente da 15 scuole di Gerusalemme est oltre che da diverse organizzazioni palestinesi - hanno festeggiato al ritmo assordante di tamburi, impugnando le loro ramazze davanti alla Porta di Damasco, uno dei più imponenti accessi alla Città Vecchia.

La campagna ha l'obiettivo di accendere i riflettori sulle "nocive" condizioni ambientali in cui vivono i palestinesi nei loro quartieri di Gerusalemme est, dove la raccolta dei rifiuti - come ha precisato Oxfam in una nota - non è adeguata.

"Le aree palestinesi sono caratterizzate da strade dissestate, pulizia scarsa o totalmente assente e un sistema di fognature limitato. Tutto ciò causa rischi per la salute", ha spiegato Oxfam, aggiungendo che i palestinesi di Gerusalemme pagano il 39% dell'intero ammontare delle tasse comunali, ma la municipalità "spende solo circa il 10% del suo budget nei loro quartieri".

"Lo scopo di questa campagna è diffondere due messaggi: il primo e che i palestinesi che vivono a Gerusalemme mantengono la loro città pulita e salubre. Il secondo è molto importante ed è indirizzato alla municipalità di Gerusalemme che dovrebbe fornire servizi ai palestinesi che vivono a Gerusalemme dello stesso livello di quelli forniti agli israeliani. Noi avvertiamo che non c'è uguaglianza e anzi è un comportamento discriminatorio su questo specifico aspetto", commenta ad Aki-Adnkronos International il coordinatore della campagna, Mohammad Iskafi.

"Quest'iniziativa - assicura Iskafi - non è contro le autorità israeliane, non ha nulla di politico, ma le condizioni di pulizia e ambientali devono essere le stesse per tutti. E' una campagna umanitaria e per i diritti dei palestinesi".

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