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Iran: donne a partita pallavolo, governo non permetterà proteste

09 giugno 2015 | 16.22
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Il taboo dovrebbe cadere il prossimo 19 giugno in occasione incontro con Usa

Donne iraniane a  Teheran
Donne iraniane a Teheran

Il governo iraniano non permetterà proteste contro la decisione di autorizzare un gruppo "ristretto" di donne ad assistere il prossimo 19 giugno, per la prima volta dalla fondazione della Repubblica islamica, a una partita di pallavolo maschile. Lo ha annunciato il portavoce dell'esecutivo, Mohammad Baquer Nobakht, replicando alle minacce di alcuni gruppi islamici come Ansar Hezbollah, che nei giorni scorsi hanno promesso una dura opposizione contro il provvedimento.

"Il governo non permetterà di certo queste manifestazioni. Chiederemo alla giustizia di agire contro coloro che infrangono la legge", ha affermato Nobakht, citato dall'agenzia di stampa semi-ufficiale Isna. La vice presidente Shahindokht Molaverdi, citata da altri media iraniani, ha comunque tenuto a precisare che la decisione non è ancora ufficiale, anche se manca solamente la "notifica dal ministero dello Sport".

La scelta dell'evento che farà crollare un altro 'muro' per le iraniane che vogliono partecipare a eventi sportivi non è probabilmente casuale: si tratta dell'incontro di World League contro gli Stati Uniti, il 'Grande Satana' come il fondatore della Repubblica islamica, Ruhollah Khomeini, definì gli Usa nel 1979.

Il provvedimento è il frutto della volontà del governo del presidente moderato Hassan Rohani che punta a cancellare alcuni divieti altamente discriminatori per le donne in Iran.

Di recente alcune iraniane hanno potuto assistere a un incontro di basket maschile, anche se da una zona degli spalti ben delineata. A inizio anno, inoltre, è stato revocato il divieto per le donne straniere di assistere alle partite di pallavolo maschile. La decisione era arrivata quasi tre mesi dopo il monito della Federazione internazionale di pallavolo (Fivb) che aveva minacciato di impedire all'Iran di ospitare eventi sportivi internazionali.

Resta sempre in vigore per le donne, invece, il divieto imposto nel 1979 di accesso agli stadi di calcio, ufficialmente per proteggerle dal comportamento osceno dei tifosi.

Il caso Ghoncheh Ghavami è stato l'emblema - secondo le ong internazionali - delle discriminazioni contro la donna in Iran. La giovane irano-britannica venne arrestata a giugno dello scorso anno a Teheran mentre cercava di entrare allo stadio per assistere alla partita di volley Iran -Italia.

Il 2 novembre un tribunale di Teheran l'aveva condannata a un anno di carcere con l'accusa di propaganda antigovernativa. Per la liberazione di Ghoncheh, che in carcere aveva fatto uno sciopero della fame di protesta contro il suo arresto, centinaia di migliaia di persone avevano firmato una petizione. La vicenda era stata denunciata da Amnesty International.

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