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Yemen: Ban Ki-moon chiede due settimane di tregua umanitaria

15 giugno 2015 | 11.55
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A Ginevra iniziati i colloqui per trovare una soluzione alla crisi.

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Due settimane di tregua umanitaria in Yemen, in concomitanza con l'avvio del mese sacro all'Islam, il Ramadan. A chiederle è il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, che oggi a Ginevra ha aperto i colloqui di pace per cercare di trovare una soluzione politica alla crisi in corso in Yemen. Oltre alla tregua umanitaria, il numero uno dell'Onu ha chiesto che i gruppi armati si ritirino dalle città e che sia rispettato il cessate il fuoco su base locale. ''Oggi è in bilico la stessa esistenza dello Yemen. Mentre le parti litigano, lo Yemen brucia'', ha affermato.

Insieme al suo inviato in Yemen, il diplomatico mauritano Ismail Ould Chiekh Ahmed, Ban condurrà colloqui separati con i rappresentanti del governo del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi, 'esiliato' in Arabia Saudita, e dei miliziani sciiti houthi, sostenuti dai lealisti del deposto presidente Ali Abdullah Saleh. Questi ultimi non sono ancora arrivati a Ginevra, ha ammesso Ban, ma sono attesi nella giornata odierna.

Nella città svizzera sono previsti tre giorni di colloqui con la partecipazione di 18 delegati in rappresentanza degli houthi sostenuti da Teheran, con i loro alleati, e del governo del presidente Hadi appoggiato da Riad. Proprio l'Arabia Saudita sta conducendo, dal 26 marzo, raid aerei contro postazioni degli houthi in Yemen. Secondo l'Oms, l'Organizzazione mondiale della Sanità, sono oltre duemila le persone che hanno perso la vita nei raid e ottomila i feriti.

Lo Yemen ''è una bomba a orologeria'', ha detto Ban Ki-moon dopo aver incontrato le parti riunite a Ginevra, sottolineando che ''il nostro obiettivo era quello di avere riunioni congiunte questa mattina, ma questioni logistiche lo hanno reso impossibile''. Il riferimento è ai delegati houthi la cui presenza a Ginevra è attesa nelle prossime ore. Finora, comunque, i colloqui sono stati ''molto costruttivi'', ha detto Ban, sottolineando che ''non abbiamo un momento da perdere'' e che ''le parti hanno la responsabilità di metter fine ai combattimenti e iniziare il vero processo di pace e di riconciliazione''. ''La regione non può sopportare un altro fronte aperto come la Siria e la Libia'', ha proseguito il Segretario generale dell'Onu, mettendo in evidenza la necessità di mettere fine alle sofferenze e iniziare il lungo cammino verso la pace. ''Spero che questa settimana segni l'inizio della fine dei combattimenti'', ha detto.

Quelli in corso nella città svizzera con la mediazione delle Nazioni Unite sono i primi colloqui che coinvolgono le varie parti in conflitto in Yemen. Ai negoziati iniziali hanno preso parte il ''Gruppo dei sedici'', tra cui gli ambasciatori di Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti, Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Germania, Giappone, Olanda, Egitto e Turchia, oltre all'Unione Europea e al Consiglio di cooperazione del Golfo. Ban ha quindi ritenuto di buon auspicio l'unità mostrata dai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu.

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