Armi giocattolo al bando nel nordovest del Pakistan. L'obiettivo dichiarato è cercare di evitare in ogni modo che i bambini siano esposti a ideologie estremiste e così nel distretto di Peshawar, nella turbolenta provincia di Khyber-Pakhtunkhwa, le autorità hanno vietato la vendita di pistole e fucili giocattolo.
Nella provincia di Khyber-Pakhtunkhwa, circondata dalle zone tribali e a ridosso del confine con l'Afghanistan, ogni anno arrivano milioni di armi giocattolo fabbricate nella vicina Cina, come ha denunciato il ministro per l'Informazione del governo provinciale, Mushtaq Ghani, secondo il quale anche questo contribuisce a rendere i bambini vulnerabili alle ideologie estremiste.
"E' per questo che abbiamo deciso di vietarne la vendita", ha detto il ministro. Come primo passo, secondo quanto riportano i media locali, le armi giocattolo sono state messe al bando solo per il periodo dei festeggiamenti di fine Ramadan, il mese sacro di digiuno che si concluderà il 17 luglio. "Poi - ha detto il ministro - il divieto sarà per sempre".
Durante i festeggiamenti di fine Ramadan si registra sempre un aumento delle vendite di giocattoli. Nei mercati del Pakistan, Paese spesso insanguinato da attacchi, è facile acquistare versioni giocattolo di Kalashnikov, fucili e pistole. E per le strade non di rado si incontrano bambini, armi giocattolo in pugno, che simulano sparatorie e scontri a fuoco tra militari e bande armate.
"E' il risultato dell'esposizione alla violenza e della diffusione delle armi giocattolo - ha commentato Sadia Abassi, psicologa di Peshawar, citata dall'agenzia di stampa Dpa - Questi bambini non esiterebbero a sparare se avessero armi vere tra le mani".
