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Turchia: il grande gioco di Erdogan, presidente vola a Pechino

29 luglio 2015 | 08.34
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Recep Tayyip Erdogan (Foto Infophoto)
Recep Tayyip Erdogan (Foto Infophoto)

Visita in Cina per il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, dopo le tensioni delle ultime settimane legate alla politica cinese nei confronti della minoranza degli uiguri. La missione di Erdogan a Pechino, la prima del presidente turco nella Repubblica Popolare Cinese, arriva dopo le polemiche e le proteste in Turchia durante il mese di Ramadan a sostegno dei diritti della minoranza uigura, di fede musulmana e lingua turcofona che vive nella regione "autonoma" cinese dello Xinjiang.

La politica estera turca è sempre più proiettata verso est. In cima all'agenda del colloquio tra Erdogan e il presidente cinese Xi Jinping dovrebbe esserci la trattativa per l'acquisizione da parte della Turchia di un nuovo sistema di difesa missilistico. "La Repubblica Popolare Cinese è stato il Paese che ha presentato la miglior offerta per missili balistici - ha detto ieri il presidente turco, come si legge sul sito web del giornale turco Hurriyet - Poi ci sono stati alcuni sviluppi e alcuni problemi. Durante la visita riesamineremo queste questioni".

La scorsa settimana Ankara, membro della Nato, ha iniziato a bombardare obiettivi dei jihadisti del sedicente Stato Islamico (Is) in Siria e basi del Pkk curdo. Ieri Erdogan, riferendosi ai curdi del Pkk, ha affermato che "non è possibile portare avanti il processo di pace con coloro che minacciano la nostra unità e fratellanza nazionale".

Ad accompagnare Erdogan nella missione di due giorni in Cina c'è una delegazione di un centinaio di imprenditori, determinati a rafforzare l'export verso il gigante asiatico. Dal 2010 la Cina è diventata il terzo partner commerciale della Turchia, dopo Germania e Russia.

La visita di Erdogan a Pechino arriva dopo la 'guerra di parole' tra Ankara e Pechino scoppiata a metà giugno quando la Turchia ha criticato la Cina a seguito delle notizie di restrizioni imposte ai musulmani durante il Ramadan in alcune aree dello Xinjiang. La Repubblica Popolare ha risposto negando restrizioni alla "libertà religiosa" e manifestando "preoccupazione" per le dichiarazioni del ministero degli Esteri turco.

A inizio luglio in Turchia si sono registrate proteste per condannare la decisione di rimpatriare un centinaio di uiguri trattenuti a Bangkok. Il 6 luglio le tensioni hanno portato l'ambasciata di Pechino ad Ankara a mettere in guardia con un 'travel warning' i suoi cittadini in Turchia dopo che alcuni turisti erano stati "attaccati e molestati" durante proteste anti-cinesi a Istanbul. I media cinesi hanno accusato i mezzi di informazione turchi di alimentare le tensioni. Dopo la tappa in Cina, Erdogan volerà in Indonesia, dove incontrerà il presidente Joko Widodo.

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