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Turchia, l'analista: "Preoccupa scontro con Ue"

15 luglio 2017 | 12.00
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Huseyin Bagci
Huseyin Bagci

La Turchia è oggi un Paese in cui ci sono tendenze autoritarie, scosso da accese tensioni politiche, come quelle tra il governo e l'Ue, che hanno creato una società fortemente polarizzata. Questo il quadro tracciato in un'intervista ad Aki-Adnkronos International da Huseyin Bagci, docente di Relazioni Internazionali all'Università Metu di Ankara, a un anno esatto dal fallito golpe contro il presidente Recep Tayyip Erdogan.

Uno dei nodi principali che il governo deve sciogliere, spiega l'analista, è lo stato di emergenza, proclamato all'indomani del tentativo di colpo di Stato. "Dovrebbe essere abolito al più presto. Anche il presidente Erdogan di recente ha affermato che potrebbe essere revocato già quest'anno", afferma Bagci.

Proprio il mantenimento dello stato di emergenza e "le decisioni politiche interne da parte della presidenza", secondo il docente, saranno in futuro le cause principali della "polarizzazione dei rapporti" con l'Ue. "Turchia ed Europa - evidenzia - hanno bisogno l'una dell'altra. Ma come quest'unione sarà definita è una questione aperta. Credo che l'Ue abbia commesso diversi errori politici nei confronti della Turchia e la voglia dei turchi di unirsi all'Europa cala sempre di più. In vista non c'è l'adesione, ma non c'è altra alternativa in termini politici e istituzionali".

"La Turchia - prosegue Bagci - è uno Stato europeo e ha legami economici, giuridici e politici molto stretti con l'Ue e in particolare con alcuni Paesi come Germania, Francia e Italia. Anche l'Unione Europea non può rinunciare alla Turchia. Sarà come una coppia sposata che litiga durante il giorno e la notte condivide lo stesso letto e ognuno farà sogni diversi. Ma la partnership continuerà".

Un altro nodo da sciogliere è la polarizzazione politica nel Paese. "La polarizzazione tra Turchia e Ue come pure quella all'interno della società è diventata più forte che mai. Questo crea preoccupazione per la pace interna - aggiunge il docente - Non mi aspetto che questa tensione politica scenda, al contrario ogni giorno che passa sta crescendo".

L'esperto spiega quindi come la Turchia sia oggi una democrazia parlamentare con "tendenze in aumento a diventare più autoritaria", anche se i risultati del referendum costituzionale del 16 aprile, vinto di misura da Erdogan, hanno dimostrato che il Paese ha "forti tradizioni democratiche". La stessa 'Marcia della Giustizia', organizzata dal Chp, il principale partito di opposizione, sta creando "nuove speranze nel Paese di rafforzare la democrazia e i valori democratici", sottolinea Bagci.

"La Turchia oggi - conclude - è ancora forte in termini di condizioni geopolitiche e geoeconomiche. L'economia tuttavia potrebbe essere migliore. Ma certamente, in termini generale, è un Paese che rispetto a un anno fa non è più forte".

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