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Khashoggi, il suo Pc e documenti in auto diplomatica

23 ottobre 2018 | 17.06
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(Afp)
(Afp)

Apparterrebbero a Jamal Khashoggi, il giornalista ucciso nel consolato saudita di Istanbul lo scorso 2 ottobre, alcuni effetti personali trovati dagli inquirenti turchi, durante l'esame dell'auto del consolato saudita abbandonata in un parcheggio privato di Istanbul, nel quartiere di Sultangazi. Lo ha riferito l'emittente 'Cnn Turk', precisando che gli inquirenti hanno trovato nella vettura un computer e dei documenti che apparterrebbero al giornalista. Secondo il sito del quotidiano 'Hurriyet', a bordo dell'auto sarebbero stati trovati abiti. Il suo corpo, che secondo le autorità turche sarebbe stato fatto a pezzi all'interno della missione diplomatica, non è ancora stato ritrovato.

Secondo un impiegato del parcheggio che ha telefonato a Hurriyet, la Mercedes con targa diplomatica 34 CC 1736 è stata parcheggiata nella struttura da un funzionario del consolato, identificato come Muhammed O., il 7 ottobre. ''Lo conosciamo in quanto a volte ha parcheggiato da noi. Tuttavia, di solito questa auto veniva guidata da un autista turco. Ma il 7 ottobre l'addetto la guidava da solo'', ha spiegato l'impiegato. Lo stesso funzionario saudita sarebbe tornato nel parcheggio il 18 ottobre con una Bmw con targa diplomatica 34 CC 2665, come scrive Hurriyet. In base alla ricostruzione fornita, il funzionario avrebbe parcheggiato la Bmw di fronte alla Mercedes e scaricato tre valigie, due delle quali di grandi dimensioni. Con l'aiuto di uno dei dipendenti del parcheggio, ha caricato le valigie nella Mercedes. Il dipendente racconta di aver chiesto scherzosamente al funzionario saudita: ''Il corpo di Khashoggi non è dentro le valigie, vero?". E ''l'addetto ha riso e ha risposto di no''.
Il testimone ha poi raccontato che, mentre venivano caricate le valigie, è caduta una maschera. ''Il funzionario l'ha presa e l'ha buttata in un cestino dello spazzatura prima di ripartire con la Bmw - ha dichiarato - Ero molto sospettoso. Ho preso la maschera e l'ho fatta vedere a un medico. Lui mi ha detto che era una maschera usata da chi lavora con prodotti chimici. Ero così spaventato che l'ho messa via''.

Le Nazioni Unite indagheranno sul caso del giornalista saudita, ha sottolineato il portavoce dell'Onu Farhan Haq, se la Turchia farà una richiesta in tal senso. "Aspetteremo di vedere se riceveremo una richiesta formale dalla Turchia - conclude -. Se avremo qualcosa del genere, lo valuteremo e prenderemo una decisione in base alla richiesta che abbiamo ricevuto".

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