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Iran, l'attivista: "Donne negli stadi? Divieto non è stato ancora cancellato"

09 ottobre 2019 | 18.42
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L'attivista Darya Safai
L'attivista Darya Safai

"Alcune persone pensano che ora il divieto per le donne di accesso allo stadio sia stato revocato. Ma non è vero. Fino al giorno in cui non potranno comprare i biglietti, come fanno gli uomini, il divieto non è cancellato". Lo afferma ad Aki-Adnkronos International la deputata del Parlamento belga e fondatrice del movimento 'Let iranian women enter their stadiums', Darya Safai, alla vigilia della partita a Teheran tra Iran e Cambogia, valida per le qualificazioni alla Coppa del Mondo, alla quale per la prima volta circa 4mila tifose potranno assistere dal vivo.

"I biglietti sono limitati e non è ancora disponibile la vendita libera per le donne. Così, come accaduto ogni volta negli ultimi anni, il regime seleziona alcune donne e prova a mostrare al mondo che l'ingresso allo stadio è libero", spiega Safai, che ha inviato una lettera al presidente della Fifa, Gianni Infantino, chiedendogli di agire "urgentemente" per assicurare l'accesso delle donne "in tutti gli stadi" dell'Iran "senza discriminazioni o rischio di venire processate".

Nella lettera la deputata ricorda anche la drammatica vicenda di Sahar Khodayari, 'Blue Girl', la ragazza arrestata e incriminata per aver provato ad entrare nello stadio Azadi di Teheran e che è morta per le ustioni riportate dopo essersi data fuoco una volta saputo che sarebbe stata probabilmente imprigionata.

Le iraniane non vedono l'ora di andare allo stadio. Secondo i media locali, sono andati letteralmente a ruba i biglietti per i posti riservati loro in occasione del match di domani. Il tabù, vecchio di 40 anni, era caduto il 19 settembre con lo storico annuncio del ministro dello Sport, Masoud Soltanifar.

La Federcalcio iraniana ha fatto sapere che è stato realizzato "tutto il necessario" per l'accesso delle donne negli stadi, con ingressi, spalti e toilette riservati alle tifose. La svolta in Iran è maturata dopo una dura presa di posizione di Infantino, che ha invitato la Federcalcio iraniana a dare seguito ai "ripetuti appelli" contro una situazione definita "inaccettabile".

"Un passo positivo", ma "mi fido poco di questi integralisti", commenta ad Aki Taher Djafarizad, presidente dell'organizzazione 'Neda Day', che rivela di aver inviato una lettera ad Infantino chiedendogli di inviare una delegazione in Iran per verificare che le donne entrino negli stadi e che "non si prenda in giro l'opinione pubblica internazionale".

"Se questo non accadrà si dovrà espellere l'Iran dalle qualificazioni alla Coppa del Mondo - conclude Djafarizad - Le donne devono poter entrare in tutti gli stadi e in tutte le partite, non solo quelle della nazionale".

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