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Erdogan: "Nessuno può fermarci"

16 ottobre 2019 | 12.45
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Il presidente turco: "Stop operazioni solo con zona sicura". Il vicepresidente americano Pence intanto vola in Turchia

(Afp)
(Afp)

"Nessuno può fermare" l'operazione militare lanciata dalla Turchia nel nord della Siria fin quando non saranno stati raggiunti gli obiettivi dell'offensiva. Lo ha ribadito il leader turco Recep Tayyip Erdogan, citato dai media turchi dopo l'intervento alla riunione del gruppo parlamentare dell'Akp. "Abbiamo informato gli Stati Uniti, l'Unione Europea e la Russia prima dell'avvio dell'operazione - ha affermato Erdogan - Vogliamo che questa organizzazione terroristica sparisca dai nostri confini".

"Quando potremo creare una zona sicura, allora terminerà l'operazione - ha insistito - Fino ad allora nessuno potrà fermarci". Dal 9 ottobre, quando è scattata l'offensiva, "1.220 km quadrati sono stati liberati" dalla presenza dei "terroristi", ha puntualizzato Erdogan riferendosi ai miliziani curdi siriani delle Ypg.

Per Erdogan la Turchia "non sta combattendo contro i siriani" e non si siederà mai al tavolo delle trattative con i "terroristi". "La Turchia sta combattendo con i siriani contro gli oppressori", ha sostenuto ancora durante una riunione del gruppo parlamentare del partito Akp.

Intanto è confermato l'incontro domani ad Ankara tra Erdogan e il vice presidente degli Stati Uniti Mike Pence. Non ci sarà invece alcun incontro, oggi, fra Erdogan e la delegazione Usa in Turchia, ha precisato il portavoce, Fahrettin Altun Altun. Tuttavia, per il presidente turco, qualsiasi telefonata o visita in Turchia di leader stranieri in riferimento alla situazione in Siria sarà una "perdita di tempo ed energie" fin quando non sarà presa in considerazione la posizione "inequivocabile e ragionevole" di Ankara. La Turchia, ha detto Erdogan nel suo discorso, "non si siederà mai al tavolo delle trattative con i terroristi".

E' considerata in bilico anche la visita negli Stati Uniti di Erdogan, in programma il mese prossimo. Una decisione sarà presa "alla luce delle riunioni con le delegazioni statunitensi in Turchia", ha dichiarato lo stesso Erdogan in mattinata, parlando con i giornalisti in Parlamento.

Il presidente turco ha sottolineato che "le discussioni, i dibattiti e le conversazioni che si tengono al Congresso su di me, la mia famiglia ed i miei amici ministri sono una grande mancanza di rispetto" nei confronti del governo turco. Erdogan era stato invitato alla Casa Bianca da Donald Trump il prossimo 13 novembre. Ieri il leader turco, che in serata ha poi parlato al telefono anche con Vladimir Putin, ha detto a Trump che non intende dichiarare un cessate il fuoco in Siria.

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