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Siria: i fotografi delle crocifissioni, jihadisti 'vogliono ucciderci'

03 maggio 2014 | 14.33
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(Aki) - Rischiano la vita gli attivisti del gruppo 'Raqqa is being slaughtered silently' (Raqqa viene sgozzata in silenzio) che hanno fotografato nella citta' della Siria settentrionale le crocifissioni di due persone ad opera dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante, diffondendole sul web. A denunciarlo ad Aki-Adnkronos International e' uno dei fondatori del gruppo, Abu Ibrahim Alrquaoui, che racconta la situazione nella sua citta' e la paura di essere giustiziati per "aver denunciato al mondo i crimini che vengono commessi da questi criminali".

"Durante il sermone di ieri, i predicatori dell'Isis hanno minacciato di ucciderci perche' abbiamo lanciato questa campagna, promettendo anche denaro a coloro che daranno informazioni decisive per la nostra cattura", racconta Alrquaoui. "Certamente - dice - e' pericoloso ed ho paura, ma dobbiamo combattere in ogni modo" contro quelli che non esita a definire "i nuovi Talebani che vogliono trasformare Raqqa in un emirato islamico".

Chi appartiene all'Isis - di recente 'scomunicato' anche dal leader di al-Qaeda Ayman al-Zawahiri - sono "criminali che vengono da ogni parte del mondo, anche dall'Europa, non sono ribelli e non fanno parte dell'opposizione. I siriani - aggiunge Alrquaoui - hanno respinto l'Isis allo stesso modo in cui hanno rifiutato il regime. Entrambi (regime e jihadisti, ndr) - prosegue - usano la tattica del terrore per controllare la popolazione e queste crocifissioni nella pubblica piazza sono mirate a spaventare la gente e sottometterla, ma i siriani non cederanno finche' non saranno liberi". (segue)

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