(Aki/Washington Post) - Foglie degli alberi, erba, gatti e lombrichi. E' stata questa, negli ultmi mesi, la dieta degli abitanti della citta' vecchia di Homs, da un anno controllata dai ribelli e assediata delle forze del regime siriano. Solo sabato scorso, una tregua umanitaria ha permesso all'Onu di avviare un'evacuazione e di portare aiuti umanitari. Ma fino a quel momento la situazione nella citta' della Siria centrale era disperata. "Non ho mai visto una simile scena di distruzione - ha detto Matthew Hollingworth, direttore del World Food Program per la Siria, raccontando del suo ingresso a Homs - La gente viveva nei sotterranei e nei tunnel, esisteva e non viveva".
Tra quanti sono riusciti a uscire dalle zone assediate di Homs con il primo gruppo di evacuati c'e' il 72enne Abu Nizar. Racconta che gia' sette mesi fa aveva provato a fuggire attravrso un tunnel clandestino, che pero' era stato bombardato dalle truppe del regime, che avevano cosi' eliminato ogni possibilita' di rifornimento dall'esterno. "Da allora non ho piu' mangiato pane, grano o riso - ha raccontato via Skype - Mangiavo vermi. Era cosi' disgustoso, ma bisogna pur mangiare".
Un altro evacuato, il 64enne Abu Jalal Tilawi, ha raccontato di aver ucciso e mangiato alcuni gatti. "Le bombe non sono riuscite a vincerci - ha detto - ma ci e' riuscita la fame. La gente era costretta a raccogliere l'erba, eravamo come animali". A oggi, circa la meta' dei 2.500 civili che erano intrappolati a Homs sono stati evacuati dall'Onu. Alcuni di loro si sono stabiliti nel vicino quartiere al-Waer, controllato dai ribelli. Ma li' il dramma rischia di ripetersi, perche' il cibo scarseggia e perche' anche quella zona e' sotto l'assedio del regime. "Una volta che il mondo avra' smesso di guardarci - ha concluso con amarezza Abu Jalal - il dramma si ripetera' anche qui".