(Aki/Washington Post) - Lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isil) sta reclutando giovani in Kurdistan, aumentando i rischi che il conflitto contagi anche una regione rimasta finora al riparo dai combattimenti. Al momento sono solo un piccolo contingente, circa 150 miliziani. Un terzo di loro e' originario di Halabja, la citta' 'martire', dove nel 1988 gli uomini di Saddam eseguirono un attacco con armi chimiche per punire la popolazione filo-iraniana.
I giovani che hanno giurato fedelta' all'Isil rappresentano una potenziale minaccia per i curdi, che con i jihadisti hanno in comune la fede sunnita e il risentimento verso il governo del primo ministro sciita Nuri al-Maliki. Ufficiali dell'intelligence curda temono che se l'Isil dovesse continuare a mietere successi sul campo, altri giovani potrebbero decidere di unirsi all'organizzazione. L'ideologia jihadista potrebbe cosi' penetrare in Kurdistan e un numero imponente di miliziani sarebbe ammassato alle porte della regione semi-autonoma. "Chi ci garantisce che una volta che avranno finito di combattere gli sciiti, non scateneranno una guerra contro i curdi?", spiega un ufficiale dei servizi di sicurezza.
Uno dei capi dell'intelligence curda a Halabja, che ha scelto di mantenere l'anominato perche' non autorizzato a parlare con la stampa, rivela che "cellule" dell'Isil sono gia' operative all'interno della citta' con l'obiettivo di far proseliti tra i giovani annoiati e disoccupati che vengono invitati ad unirsi al jihad. (segue)
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