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Terrorismo: allerta in Turchia, rischio attentati Is contro ambasciate

19 febbraio 2015 | 09.03
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Jihadisti entrati nel paese dopo il ritiro da Kobane. Molti vogliono arrivare in Europa per eseguire attacchi in paesi che partecipano alla coalizione internazionale guidata dagli Usa

Terrorismo: allerta in Turchia, rischio attentati Is contro ambasciate

L'agenzia turca di intelligence (Mit) ha lanciato un'allerta alla polizia e alla gendarmeria in merito ai militanti dello Stato islamico (Is) che si sono ritirati da Kobane, località siriana sul confine, e che sono entrati in Turchia. Secondo il Mit, questi jihadisti lavorano ad attacchi armati o attentati con bombe ad Ankara e a Istanbul, contro le sedi diplomatiche di paesi che partecipano alla coalizione internazionale anti-Is, guidata dagli Usa.

Le forze curde hanno annunciato il 26 gennaio scorso di aver respinto l'Is da Kobane, dopo un lungo assedio, anche grazie ai raid aerei della coalizione. Il 3 febbraio, come scrive oggi il quotidiano Hurriyet, il Mit ha inviato la sua allerta a polizia e gendarmeria, parlando di circa 3.000 militanti dell'Is presenti nell'aera, tra Siria e Iraq, e intenzionati a entrare in Turchia.

Molti di loro, compresi alcuni leader, sarebbero già entrati nel paese, avrebbero preparato piani di attentati e sarebbero nascosti in case gestite da cellule dell'Is. Il Mit è entrato più nel dettaglio, parlando anche di cittadini siriani e palestinesi di età compresa tra i 17 e i 25 anni entrati in Turchia come rifugiati e intenzionati a spostarsi in Europa attraverso la Bulgaria per eseguire attentati contro paesi membri della coalizione.

L'intelligence ha precisato che determinare l'identità degli aspiranti attentatori e il luogo in cui si trovano è un'impresa molto difficile. Intanto, un'area di confine nel distretto di Suruc, nella provincia sud-orientale di Sanliurfa, è stata dichiarata "zona militare proibita", proprio in seguito all'allerta del Mit.

La Turchia, a lungo accusata di non fare abbastanza per fermare il transito dei jihadisti attraverso i suoi confini, da mesi ha adottato una strategia più ferma contro il fenomeno. Le autorità di Ankara hanno annunciato di recente di aver deportato 1.056 militanti stranieri e di averne inseriti 7.833 in una lista nera di persone a cui è vietato entrare nel paese.

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