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Libia: dichiarato stato 'forza maggiore' in 11 pozzi petrolio a causa attacchi Is

05 marzo 2015 | 16.55
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 - Petrolio Raffineria
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La National Oil Corporation (Noc), la compagnia petrolifera nazionale della Libia, ha dichiarato lo stato di "forza maggiore" in 11 pozzi di petrolio a causa degli attacchi di sospetti miliziani dello Stato islamico (Is). Lo ha riferito in una nota la stessa compagnia petrolifera, che ha accusato le autorità del governo di Tripoli (non riconosciuto dalla comunità internazionale e appoggiato dalle milizie islamiche) di non aver protetto i giacimenti di petrolio in modo adeguato.

La dichiarazione di stato di "forza maggiore" dispensa la Noc dalla responsabilità per la violazione dei contratti di fornitura di petrolio con eventuali società straniere a causa di eventi eccezionali.

Nel comunicato la compagnia libica ha sottolineato quindi che episodi di "furto, sciacallaggio, sabotaggio e distruzione" dei giacimenti di petrolio sono in aumento malgrado la richiesta alle autorità di garantire la sicurezza degli impianti petroliferi. "Se la sicurezza si deteriora, l'ente (la Noc, ndr) sarà costretta a chiudere tutti i pozzi e i porti, con il risultato di un deficit negli introiti statali che avrà un impatto sulla vita delle persone", prosegue il comunicato.

La nota della Noc arriva a poche ore dall'attacco sferrato da presunti miliziani dell'Is provenienti da Sirte, città in mano ai jihadisti, contro il giacimento petrolifero di al-Dhahra, situato 170 chilometri a sud. I miliziani hanno circondato il pozzo, scatenando uno scontro a fuoco con gli uomini della sicurezza. A nulla sono serviti i raid aerei condotti dalle forze di Tripoli. Il gruppo jihadista ha fatto irruzione nel giacimento, facendo esplodere alcuni edifici.

Prima di al-Dhahra altri tre pozzi erano stati teatro di attacchi analoghi, incluso quello ad al-Mabrouk del 4 febbraio, dove 10 persone persero la vita. Circa 10 giorni dopo l'Is ha attaccato anche il giacimento di al-Bahi, situato a 250 chilometri da Sirte.

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