Sharky Jama era giovane e affascinante, ma non soddisfatto della sua carriera da indossatore. Così è partito per il 'califfato', dove si è arruolato tra le file dei jihadisti e dove è diventato il 20esimo 'foreign fighter' australiano morto dal 2012
Sharky Jama era giovane e affascinante, ma evidentemente non era per nulla soddisfatto della sua carriera da modello in Australia. Così è partito per la Siria, dove si è arruolato tra le file dei jihadisti del sedicente Stato islamico (Is) e dove è stato ucciso in battaglia, diventando il 20esimo 'foreign fighter' australiano morto tra Siria e Iraq dal 2012.
A raccontare la vicenda del giovane è stato il padre, Dada Jama, di origini somale, che a SBS Radio Somali ha spiegato di aver ricevuto una telefonata da amici di suo figlio in Siria, che gli hanno annunciato la sua uccisione. In seguito l'uomo ha provato a ricontattare il numero, senza tuttavia avere mai risposta.
Il giovane Sharky, di 25 anni, lavorava a Melbourne come indossatore e fotomodello per l'agenzia FRM Management, ma lo scorso anno ha lasciato l'Australia per raggiungere, probabilmente, la città irachena di Falluja. Insieme a un ex compagno di studi, Yusuf Yusuf, si è arruolato nell'Is e ha poi raggiunto la Siria. L'ultimo suo messaggio sui social media risale allo scorso dicembre, quando ha pubblicato frasi inneggianti al martirio.
"Mi accorgo sempre più spesso che i fratelli che scelgono il martirio sono i più felici tra tutti", scriveva Shaky. Ora su Facebook e Twitter circolano foto del giovane indossatore pubblicate da parenti e amici, che ne annunciano la morte e porgono le condoglianze alla famiglia.
Un amico dei Jama, intervenuto al programma televisivo 3AW Mornings, ha parlato dello shock che la vicenda ha procurato alla famiglia. "E' scioccante - ha detto - che una famiglia perda un figlio così giovane. Era pieno di energia, un ragazzo con un potenziale così alto".
