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Mali: tensione nel nord, Mediazione internazionale chiede fine ostilità

30 aprile 2015 | 10.27
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Dopo l'attacco a Menaka da parte delle milizie pro-Bamako, i ribelli tuareg si sono scontrati con l'esercito governativo a Goundam e Léré

Mali: tensione nel nord, Mediazione internazionale chiede fine ostilità

"Cessare immediatamente qualsiasi atto di ostilità e di violenza e porre fine a qualsiasi provocazione che possa nuocere a un rafforzamento della fiducia tra le parti" coinvolte nei negoziati di pace. E' questo l'appello lanciato dalla Mediazione internazionale per la pace in Mali alla luce della rinnovata tensione cui si sta assistendo nel nord del Paese tra le parti in conflitto.

Martedì le milizie Gatia pro-governative hanno preso la località di Menaka, controllata dai ribelli separatisti tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell'Azawad (Mnla), che ha risposto ieri attaccando l'esercito maliano a Goundam, 80 km a ovest di Timbuctu, e a Léré, al confine con la Mauritania, con un bilancio di tre morti, tra cui un bambino.

Governo di Bamako e gruppi ribelli avevano firmato un cessate il fuoco il 23 maggio 2014 e due successive dichiarazioni di cessazione delle ostilità il 24 luglio 2014 e il 19 febbraio 2015. Il 1 marzo scorso l'accordo di pace è stato siglato in via preliminare dal governo di Bamako, ma i separatisti riuniti sotto la sigla del Coordinamento dei movimenti dell'Azawad (Cma) si sono rifiutati di sottoscriverlo in quanto non soddisfa "le rivendicazioni essenziali dell'Azawad", come si legge in una nota del 10 aprile.

Il 15 maggio è prevista la firma ufficiale dell'accordo, ma gli sviluppi recenti sembrano mettere a rischio tutto il processo dei negoziati. Un'inquietudine espressa anche dal team della Mediazione, che si dice "estremamente preoccupata per il clima di tensione e di insicurezza che prevale" nel nord del Paese.

In una nota del 28 aprile, successiva agli incidenti di Menaka, il Cma ha accusato il governo maliano di "violazioni ripetitive e flagranti di tutti gli accordi di cessate il fuoco", annunciando di "non avere altra scelta che esercitare il suo diritto alla legittima difesa per proteggere le popolazioni civili, i suoi uomini e le sue posizioni"

Dal canto suo, il ministero della Difesa maliano ha puntato il dito contro "l'Mnla e i suoi alleati", accusandoli a sua volta di aver violato più volte il cessate il fuoco. Alla luce di "tutte le violazioni degli accordi e dei diritti umani elementari commesse da questi gruppi, per i quali la violenza è l'unico modo di esprimersi", il ministero "fa appello alla mobilitazione di tutti per il rispetto degli impegni assunti e la salvaguardia della pace sociale su tutto il territorio nazionale".

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