Il gruppo rinnova quindi il suo giuramento di fedeltà all'autoproclamato califfo dell'Is Abu Bakr al-Baghdadi. In una nota diffusa sui siti jihadisti e sugli account Twitter e rilanciata dal sito di notizie 'Sama News', il gruppo punta il dito contro "le bande del regime di Hamas" che hanno distrutto il luogo di culto dove "i musulmani studiavano il Corano e la Sunna secondo l'interpretazione dei pii antenati".
Il gruppo salafita 'Seguaci dello Stato islamico nel Bait al-Maqdis', attivo nella Striscia di Gaza, ha accusato Hamas di aver "demolito" la notte scorsa una delle moschee frequentate dai suoi adepti nella città di Bait al-Balah, nel centro della Striscia, rinnovando di conseguenza il suo "giuramento di fedeltà al principe dei credenti Abu Bakr al-Baghdadi", ossia l'autoproclamato califfo dell'Is.
In una nota diffusa sui siti jihadisti e sugli account Twitter e rilanciata dal sito di notizie 'Sama News', il gruppo punta il dito contro "le bande del regime di Hamas" che hanno distrutto il luogo di culto dove "i musulmani studiavano il Corano e la Sunna secondo l'interpretazione dei pii antenati, lontano dalle moschee politicizzate occupate da Hamas e dalle altre fazioni palestinesi".
"Di fronte a questa nuova penetrazione di Hamas", accusato di agire "alla stregua degli occupanti ebrei, americani e apostati che distruggono le moschee dei musulmani", il gruppo ha rinnovato la sua "fedeltà" al leader dell'Is. "I cuori dei seguaci del califfato in Palestina bruciano dal desiderio di raggiungere le truppe del califfato per combattere gli ebrei e i loro alleati, gli iniqui e i loro seguaci, come ci ha ordinato Dio", si legge nella nota.
Domenica sera, i Seguaci dell'Is nel Bait al-Maqdis hanno diffuso un comunicato in cui davano 72 ore di tempo a Hamas, definito "governo apostata", per liberare i "prigionieri salafiti detenuti" presso il movimento, sottolineando che "se si rifiuterà, tutte le opzioni saranno aperte per rispondere".