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La denuncia dell'Olp: "A Yarmuk palestinesi decapitati e stuprati dall'Is"

20 aprile 2016 | 14.25
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(Xinhua)
(Xinhua)

Decapitazioni e stupri. Sono alcuni degli orrori compiuti dai miliziani del sedicente Stato Islamico (Is) a danno dei palestinesi che vivono nel campo profughi di Yarmuk, a sud di Damasco. Lo denuncia all'agenzia di stampa Ma'an l'inviato dell'Olp, l'Organizzazione per la liberazione della Palestina, Anwar Abed al-Hadi, riferendo anche di scontri quotidiani tra l'Is e il Fronte al-Nusra legato ad al-Qaeda. Abed al-Hadi ha poi spiegato che l'Is controlla circa il 70 per cento di Yarmuk, uno dei più grandi campi profughi palestinesi in Siria. Qui i rifugiati vivono in condizioni estreme, con la maggior parte delle famiglie intrappolare in casa per evitare gli scontri armati che si svolgono per strada, ha aggiunto l'inviato palestinese.

Abed al-Hadi ha poi ricostruito che il Fronte al-Nusra ha aiutato lo scorso anno l'Is a prendere il controllo del campo profughi, ma ora i due gruppi sono uno contro l'altro. Qui l'Is applica gli stessi metodi brutali che mette in atto nel resto della Siria, comprese le esecuzioni in luoghi pubblici, le decapitazioni e gli stupri. Almeno venti sono le persone decapitate nel campo e bruciate prima di poter essere identificate. Circa tremila sono invece i miliziani dell'Is dispiegati a Yarmuk e nella zona vicina di Hajar al-Aswad, ha detto l'inviato dell'Olp.

Un tempo a Yarmuk vivevano circa 200mila persone, la maggior parte rifugiati palestinesi, ma dopo due anni di assedio da parte delle forze del regime di Damasco e la successiva presenza dell'Is, in moltissimi sono stati costretti a fuggire. L'organizzazione umanitaria 'Jafra Foundation', presente a Yarmuk, stima che attualmente vivano nel campo tra i cinquemila e gli ottomila palestinesi.

L'assedio imposto dal regime siriano e i successivi scontri hanno costretti gli abitanti di Yarmuk a dipendere interamente dagli aiuti umanitari, la cui distribuzione viene però resa quasi impossibile a causa del conflitto.

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