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Chiamata Isis per le donne: pronte alla battaglia

05 settembre 2017 | 14.59
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(AFP PHOTO) - (AFP PHOTO)
(AFP PHOTO) - (AFP PHOTO)

Il sedicente Stato Islamico (Is) sta aumentando l'uso di donne in battaglia, anche per le ingenti perdite subite dal gruppo a Raqqa in Siria e a Mosul in Iraq. E' quanto si legge in un rapporto dell'istituto di ricerca britannico IHS Markit, che parla di appello senza precedenti alla partecipazione di donne combattenti tra le fila dell'Is.

Il primo coinvolgimento diretto di donne in prima linea è stato fatto dai leader jihadisti al termine dell'offensiva per Mosul, nel nord dell'Iraq. Si ritiene che negli ultimi giorni dell'operazione oltre 40 donne abbiano sferrato attacchi kamikaze contro l'esercito nella Cittadella di Mosul, alcune delle quali si sarebbero fatte saltare in aria insieme ai loro bambini. L'Is ha deciso di coinvolgere le donne negli attacchi suicidi in quanto raramente vengono perquisite, si legge nel rapporto.

ATTACCHI SUICIDI - ''Nonostante lo Stato Islamico sostenga il contrario, chiedere alle donne di avere un ruolo attivo in combattimento è un tentativo di minimizzare l'impatto della grave riduzione di manodopera causata dalla decimazione di miliziani uomini e dalla una crisi nei reclutamenti'', ha spiegato Ludovico Carlino, analista di IHS Markit. ''Non è ancora chiaro se il picco degli attentati suicidi compiuti dalle donne sia semplicemente lo specchio delle ultime sacche di resistenza dell'Is o se le donne siano state costrette dal gruppo a condurre questi attacchi, o ancora se rappresenti l'inizio di una nuova tendenza più ampia di donne combattenti nelle battaglie del gruppo'', ha aggiunto.

LA RIVISTA ISIS - Nell'ultima edizione di Rumiyah, la rivista online dell'Is, è tuttavia apparso un nuovo messaggio circa il ruolo delle donne nel gruppo. In un articolo intitolato 'Il nostro viaggio verso Allah' l'autore sottolinea che il ruolo delle donne sta diventando sempre più importante in quanto ''ci aspettano momenti di intense battaglie e difficoltà estreme''. Secondo Carlino, ''questa retorica dimostra un contrasto netto con la precedente propaganda che sottolineava il ruolo primario delle donne come madri e mogli dei mujahideen''.

IN EUROPA - Funzionari europei hanno ultimamente ammesso di aver sottostimato la minaccia delle militanti in Europa e il ruolo che le donne intendono svolgere una volta rientrate nei Paesi d'origine dalle zone di conflitto. Il ministero degli Interni di Parigi ha riferito che il 40 per cento dei francesi che ha aderito all'Is è composto da donne.

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