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Qatar: Mondiali 2022, per Amnesty no rispetto impegni su diritti lavoratori

21 maggio 2015 | 08.48
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Ma il ministro del Lavoro di Doha promette progressi entro la fine dell'anno. Sette 'città' ospiteranno lavoratori immigrati in Qatar

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Il Qatar ha compiuto progressi insufficienti sul rispetto dei diritti dei lavoratori immigrati per la realizzazione delle strutture necessarie a ospitare i Mondiali di calcio del 2022. Lo denuncia Amnesty International, sottolineando che in alcuni ambiti i progressi sono praticamente inesistenti. Per contro, il ministro del Lavoro del Qatar, Abdullah al-Kulaifi, promette che il 90 per cento degli emendamenti in ambito lavorativo entreranno il vigore entro la fine dell'anno.

Si stima che siano 1,5 milioni i lavoratori immigrati in Qatar, molti dei quali impegnati nel boom edilizio esploso dopo che Doha si è aggiudicata la possibilità di ospitare i Mondiali di calcio. Tra le promesse non mantenute, Amnesty cita il fatto che il Qatar non ha cambiato il sistema per il quale un dipendente deve avere il permesso del proprio datore di lavoro per lasciare il Paese o cambiare impiego. A rilento, invece, l'applicazione della legge a tutela degli stipendi dei lavoratori.

"Il Qatar sta fallendo sui lavoratori migranti", ha detto Mustafa Qadri, ricercatore di Amnesty per i diritti dei migranti nel Golfo. "Senza un'azione immediata, gli impegni che il Qatar ha preso lo scorso anno sono a serio rischio di essere liquidati come semplici pubbliche relazioni per garantire allo stato del Golfo di accaparrarsi i Mondiali del 2022", ha aggiunto. Amnesty sottolinea quindi che la Fifa ha una ''evidente responsabilità'' nel fare pressione sul Qatar perchè faccia di più per i lavoratori.

Uno degli immigrati ha detto ad Amnesty di non aver ricevuto alcuno stipendio da quando è giunto in Qatar cinque mesi fa. ''Voglio solo lavorare e guadagnare qualche soldo per mia moglie e per i bambini, ma per via del mio sponsor non posso cambiare lavoro'', si è lamentato.

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