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Alimenti: al parco Fico di Bologna la quarta edizione di Scienza aperta

29 novembre 2019 | 16.44
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Syngenta mette a confronto produttori, consumatori, ricercatori scientifici

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Pesticidi, Ogm, chimica in agricoltura, biologico. Nel campo agroalimentare sono parole con cui veniamo a contatto ogni giorno, ma non sempre siamo adeguatamente informati sui significati e su quello che dicono, per esempio, le etichette. Syngenta, azienda leader nel settore agricolo a livello mondiale, ha organizzato al Parco Alimentare di Bologna, Fico, un incontro per la quarta edizione di Scienza Aperta, un evento annuale in cui produttori, consumatori, ricercatori scientifici si incontrano per discutere sul delicato tema dell'agroalimentare e della sua comunicazione.

Dopo la comunità scientifica, le Istituzioni e quello della stampa, i protagonisti di questa edizione sono stati i consumatori, ed in particolare ragazzi delle scuole superiori che hanno partecipato prima ad un workshop in cui sono entrati in contatto con alcune sostanze chimiche utilizzate in agricoltura e poi hanno partecipato al quizzone, un test interattivo che con domande a risposta multipla metteva alla prova la conoscenza di ragazzi e frequentatori di Fico sui temi alimentari.

Le risposte, spesso sbagliate dalla maggioranza dei partecipanti, sono state poi discusse sul palco con esperti del calibro di Luigi Cattivelli, Direttore del Centro di ricerca genomica e biofarmica Crea, Etttore Capri Professore all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Deborah Piovan Portavoce Cibo per la Mente e imprenditrice agricola, Lucilla Titta Biologa Nutrizionista, Alessandro Sessa Direttore Responsabile Altroconsumo.

Alcune domande hanno spaziato dalle etichettatura alla salute, da alcune dicerie o false verità, a vere e proprie sorprese. Tre divulgatori con tanto di camice, hanno nel frattempo attraversato Fico in bicicletta in lungo e in largo per scoprire quanto ne sanno i visitatori su alcuni temi legati al cibo e all’agricoltura.

A Fico, alla Giornata dedicata alla Scienza in Agricoltura è intervenuto Riccardo Vanelli, Amministratore Delegato di Syngenta Italia, azienda organizzatrice di Scienza Aperta. "La giornata di oggi -ha detto- vuole aprire il dialogo tra la scienza e i consumatori che al giorno d'oggi sono bombardati da tantissime informazioni non sempre accurate, non sempre suffragate da fondamenti scientifici e quindi è importante dare una informazione sempre veritiera. Noi siamo a favore della scienza e crediamo che questo evento possa essere utile al consumatore per sfatare qualche falso mito o qualche tabù che ha sempre fatto parte del proprio bagaglio culturale".

Ed è proprio da Syngenta che è una azienda leader mondiale del mercato agricolo che viene il primo passo "antibufala" e fake news. Perchè spesso si leggono vere e proprie guerra mediatiche contro prodotti che non lo meritano o viceversa consigli verso altri prodotti che tanto sani non sono. "Syngenta è una società che si basa sulla ricerca e sullo sviluppo - ha proseguito Vanelli - spendiamo il 10% del nostro fatturato in ricerca con 5000 collaboratori che si occupano di ricerca nel mondo. Vogliamo quindi che anche la scienza abbia il giusto spazio e che anche il consumatore finale possa beneficiare di tanto lavoro che tutti i ricercatori mettono ogni giorno non soprattutto nel campo agroalimentare".

Ricerca, scienza, prodotti resistenti alle malattie. Nell'immaginario collettivo non sempre la parola scienza si sposa con l'agricoltura, c'è chi storce il naso o a chi pensa a un prodotto poco naturale: "La scienza è la base della società - ci dice Luigi Cattivelli, Direttore del Centro di ricerca genomica e biofarmica Crea- l'alternativa sarebbe solo l'empirismo o le credenze magiche. Dobbiamo capire se quello che mangiamo deve essere legato alla magia o a qualcosa di diverso. L'unica strada diversa è la base scientifica. Scienza non significa artificiale o cattivo, significa mettere a disposizione le conoscenze della società per costruire un qualcosa di più valido da punto di vista nutrizionale e più salutare. C'è una parte di società informata, ma c'è ancora una parte di popolazione soggetta agli slogan o alle campagne di marketing. Le fonti devono essere autorevoli, il problema di oggi è che chiunque insegna ma non tutti sanno quello che insegnano".

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