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Ala, Verdini: io corsaro senza tempo, il mio veliero in mare non ha rotta

04 marzo 2016 | 17.09
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

''Il mio vento è rimasto il mare immenso, il rifugio di un corsaro senza tempo...Ci sto bene quando si alza il vento, così parte senza rotta il mio veliero...''. Denis Verdini, 65 anni da Fivizzano, sorride sornione e all'Adnkronos intona una strofa di 'Braccia al cielo', canzone poco nota di un grande cantautore romano degli anni '70, Luciano Rossi, quando gli viene chiesto se si sente più un pirata o un corsaro alla Francis Drake, 'al servizio' del governo Renzi.

Al centro delle polemiche dopo il voto di fiducia del suo gruppo a palazzo Madama sulle unioni civili, l'artefice del Nazareno, ora leader di Ala, movimento fondato l'estate del 2015 dopo la fuoriuscita da Fi, rifiuta l'etichetta di 'stampella di Matteo'.

Verdini assicura di non far parte della maggioranza, precisando di avere le 'mani libere', consapevole però che dal di fuori può condizionare ancor di più il segretario del Pd. Noi agiamo in piena autonomia e questa condizione, paradossalmente, è migliore di qualsiasi altra, perché possiamo decidere se votare un provvedimento del governo di volta in volta, va ripetendo in questi giorni l'ex coordinatore nazionale prima di Fi poi del Pdl, per spiegare la sua strategia politica da qui alla fine della legislatura.

Molti lo temono, altri lo criticano, perché Verdini gestisce le trattative più delicate, portando dalla sua parte i delusi di entrambi i Poli. Un tempo li 'offriva in dote' ad Arcore, oggi a Renzi. Sono 19 i senatori e 9 i deputati di Ala. Ma lui promette che cresceranno. L'obiettivo è arrivare a quota 30 a palazzo Madama.

Appassionato di musica italiana, soprattutto quella 'vintage', Verdini non si sbilancia e torna a cantare i versi di Rossi (autore anche del successo del 1976 'Se mi lasci non vale', che nello stesso anno viene trasformata da Julio Iglesias in hit internazionale) per non confondere il suo ruolo con quello di pirata attribuito da alcuni: ''Nel mare immenso ci sto bene quando si alza il vento, così parte senza rotta il mio veliero...".

I senatori di Ala, infatti, non si riconoscono nei pirati che erano dei fuorilegge e attaccavano le navi per derubarne il carico prezioso. I verdiniani con autoironia preferiscono paragonarsi ai corsari, assoldati da un governo per arrembare le navi mercantili nemiche, legittimati dalla cosiddetta 'lettera di corsa' firmata dal sovrano.

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