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Alimentazione: Anmvi, terrore nel piatto nemico della Salute

19 ottobre 2015 | 09.49
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Alimentazione: Anmvi, terrore nel piatto nemico della Salute

"Il terrore nel piatto è il principale nemico della salute. Disprezzare il cibo e creare allarmi non dovrebbe più essere considerato etico nè responsabile". Nella giornata mondiale dell’alimentazione i medici veterinari italiani dell'Anmvi, evidenziano il loro impegno quotidiano per garantire cibi sicuri da animali in salute. E lanciano un invito: restituiamo serenità al rapporto con il cibo.

"Cogliamo l’occasione della giornata mondiale dell’alimentazione- dichiara Marco Melosi, presidente Anmvi – per incoraggiare una svolta etica e responsabile all’insegna dell’eredità morale che Expo sta per lasciarci: rispettare gli alimenti e restituire serenità al rapporto con il cibo, anziché farne motivo di conflittualità sociale disorientando i comportamenti nutrizionali dei cittadini. E’ paradossale- aggiunge Melosi- che dopo avere raggiunto una disponibilità alimentare senza precedenti nella Storia (fino al paradosso dello spreco) si facciano largo ondate di terrorismo alimentare che avvelenano uno dei gesti più alti e importanti per l’umanità, cioè nutrirsi e nutrire".

L’Anmvi ricorda che sotto il clamore degli scandali alimentari, "veri e presunti, migliaia di medici veterinari, liberi professionisti e dirigenti del Ssn, sono impegnati a garantire che i prodotti alimentari di origine animale siano sicuri e provengano da animali in salute. Al loro lavoro quotidiano si affianca una incessante attività di aggiornamento scientifico e legislativo, a supporto di una filiera che tiene in piedi l’economia italiana e buona parte dell’occupazione. E’ un sistema integrato al servizio di una società che ha il privilegio e il piacere di alimentarsi ogni giorno con sicurezza e qualità. Ma che sembra averlo dimenticat"o.

I consumatori hanno il diritto di sapere e di capire, dicono i veterinari. "Sono invece bombardati da messaggi di tono terroristico, che spargono diffidenza, cifre e convinzioni scientificamente infondate sugli alimenti, fintamente disinteressate, che annichiliscono la vera conoscenza. Un intero patrimonio di studi, di ricerche e conquiste della medicina veterinaria non trova spazio nell'informazione e non arriva ad una società che resta preda degli allarmismi, disorientata, che non ha più un autentico rapporto culturale con il cibo, ma solo quello inquinato dalla disinformazione. Il rischio è di alterare comportamenti alimentari sani sotto l'influenza di fobie e diffidenze indotte e ingannevoli".

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