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Alimenti: l'ipotesi, nella psiche origine intolleranze a cibi

17 febbraio 2014 | 13.36
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Roma, 17 feb. (Adnkronos Salute) - Spesso confuse con le allergie ad alcuni alimenti, le intolleranze sono in crescita: secondo i dati dell'Istituto superiore di sanità il 7,5-8% dei bambini e il 2% della popolazione adulta soffre di 'reazioni avverse ad uno o più cibi', che si manifestano con dolori addominali, crampi, diarrea, vomito. Nonostante solo un terzo delle intolleranze sia diagnosticato con il Test della provocazione orale, gran parte della popolazione ritiene di essere 'intollerante' a qualche alimento. Ora una singolare ipotesi eziologica è quella di Edi Salvadori, psicopedagogista e counselor: dietro al rifiuto di un cibo da parte dell'organismo ci sarebbe una emozione non riconosciuta e riconducibile all’alimento stesso.

Ne consegue che alla rimozione del blocco emotivo, il sintomo scompaia. "Nella mia esperienza professionale - sostiene Salvadori in una nota - mi sono accorta che le intolleranze alimentari nascono, essenzialmente, dalla nostra incapacità di ascoltarci, di ascoltare i nostri desideri più profondi, di dare fiducia alla saggezza antica del nostro corpo". Ecco dalla mela al latte, fino al glutine, quali sono, secondo l'esperta, le più comuni intolleranze e le relative correlazioni sintomatiche:

Mela = Senso di colpa. La correlazione nasce dalla simbologia che associa questo frutto al peccato. Le persone che si sentono in colpa perché hanno atteggiamenti arroganti nei confronti delle persone con cui hanno un legame affettivo più profondo e scagliano su di loro la rabbia inespressa possono sviluppare questa intolleranza, che si manifesta con gonfiore a livello addominale o crampi. (segue)

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