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Alitalia, De Monte (Pd): "Non tutto è perduto ma fattore tempo decisivo"

27 aprile 2017 | 18.30
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Per Alitalia "non tutto è perduto", anche perché il limite del 49% per il possesso azionario di compagnie Ue da parte di società extra Ue, che ha frenato il potere di intervento di Etihad nella compagnia italiana, "potrebbe saltare" nel quadro degli accordi tra l'Unione e i Paesi del Golfo. Ma si tratta di uno scenario a medio-lungo termine e per la compagnia della Magliana, in debito di ossigeno, il fattore tempo "è quello più preoccupante". Lo spiega Isabella De Monte, eurodeputata del Partito Democratico (gruppo S&D), membro della Commissione Trasporti dell'Aula e relatrice degli accordi con i Paesi del Golfo.

Per la concessione di un prestito ponte che consenta alla compagnia di superare l'estate, dice la De Monte all'Adnkronos, "mi sembra che la Commissione abbia già manifestato un'apertura a valutare: certamente l'Italia non farà questo passo senza aver sondato la fattibilità del prestito ponte. Credo che gli uffici del Ministero, con la Rappresentanza e la Commissione, stiano già valutando la percorribilità di questa strada, che in astratto non è una strada impossibile. Se si configura come prestito e le cose vengono fatte in maniera regolare e corretta, è una strada percorribile".

L'europarlamentare è relatrice per gli accordi con i Paesi del Golfo, "accordi che - continua - fa l'Ue, superando gli accordi bilaterali con i singoli Stati. Il punto è che queste grosse compagnie del Golfo sono molto solide, tanto che possono comprare gli aerei per coprire tratte internazionali e possono utilizzare l'Europa come transito. Per questo ci sono interessamenti per le compagnie europee, come è stato per Alitalia e come Qatar per Meridiana".

Per Alitalia, continua l'europarlamentare, "vedo questo interesse, ma mi riesce un po' più difficile individuare un interesse da parte delle compagnie europee, quali Lufthansa ed Air France, che, seppure con un po' di miglioramenti, stanno a galla, ma non è che navigihino nell'oro tanto da potersi permettere un'acquisizione del genere. Sono un po' più scettica su questo ma, detto ciò, bisogna fare tutto il possibile". 

Per l'ex compagnia di bandiera, "sono tanti anni che ci sono difficoltà", anche perché le compagnie low cost "hanno ridotto i costi all'osso e inseguirle è difficile. Ma Air France e Lufthansa mirano a sopravvivere rispetto ad Emirates, Qatar, Etihad e via dicendo, perché guadagnano sulle tratte intercontinentali". Con Etihad, aggiunge la De Monte, ad Alitalia "non è andata bene anche perché a tutt'oggi esiste il limite del 49% per il possesso di quote da parte di un Paese terzo in una compagnia europea".

Pertanto "non sono potuti intervenire di più. Non è detto che questo limite esista in futuro, perché sta per essere emanato il prossimo pacchetto aviazione, e lo sarà senz'altro entro quest'anno, in cui si tratterà questo aspetto. Quel limite potrebbe saltare: nell'ipotesi attuale, la Commissione vorrebbe inserire anche il 49%, che non ci sarebbe più".

Il problema, prosegue l'eurodeputata, è che "tempi certi non ce ne sono: il pacchetto andrà avanti un bel po'. Essendo un pacchetto legislativo sarà una trattazione di almeno un anno. Anch'io auspico che si vada avanti e non alla liquidazione di Alitalia". Oltre a un 'ritorno di fiamma' delle compagnie emiratine, Alitalia potrebbe interessare alle concorrenti Ue: "Adesso - ragiona la De Monte - le compagnie cercano di tenersi coperte. Da un lato sono pessimista perché secondo me le compagnie europee, per lo stato in cui si trovano, non si possono sbilanciare in acquisizioni, ma dall'altro lato nel tempo potrebbe darsi che le cose cambino".

Si vocifera per esempio, continua l'europarlamentare, "di un'alleanza Air France-Lufthansa. Se dovesse avverarsi, potrebbero decidere di avere le spalle abbastanza solide per coinvolgere anche Alitalia". E le compagnie del Golfo "sono interessate all'Europa, per aumentare le connessioni: bisogna tenere conto che da qui al 2050 ci sarà il raddoppio del traffico aereo. E' un mercato che aumenta e ci sarà parecchio lavoro". 

Dunque per Alitalia "non tutto è perduto, secondo me, ma l'elemento tempo è quello più preoccupante. Se noi avessimo un mondo che cambia di qui a un anno, allora sarebbe diverso. Ma siccome in questo momento c'è una concorrenza spietata, tra le low cost e le compagnie tradizionali, nessuno si sente in grado di fare un passo azzardato, se non per gli slot. Le rotte fanno gola, indubbiamente". In ogni caso, i posti di lavoro ne risentirebbero, "ma - conclude - poiché il traffico aumenterà sempre di più, il mercato del lavoro esiste" e dunque ci saranno occasioni per ricollocarsi. 

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