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Tv: Franco di Mare, in lacrime con Stella per 'L'Angelo di Sarajevo'

22 gennaio 2015 | 16.48
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"La fiction l'avevo vista in anteprima ma è stato comunque un piacere rivederla con Stella, commuovermi con lei", dice il giornalista e conduttore televisivo, all'indomani della conclusione della fiction di Rai1 che ha dominato il prime time per due serate consecutive con la loro storia

Giuseppe Fiorello e Franco Di Mare - INFOPHOTO
Giuseppe Fiorello e Franco Di Mare - INFOPHOTO

"Facevamo finta di niente ma alla fine piangevamo". Franco Di Mare racconta così, all'Adnkronos, l'effetto che ha avuto su di lui e sulla figlia adottiva, Stella, la visione di 'L'Angelo di Sarajevo' , la fiction di Rai1 in due puntate con Giuseppe Fiorello, tratta dal libro del giornalista e conduttore televisivo 'Non chiedere perché' (Rizzoli, 2011), che si è chiusa ieri con una seconda vittoria in prime time. Il libro, e la fiction, raccontano di un giornalista inviato di guerra che durante il conflitto serbo-bosniaco adotta una bimba, ovvero la vicenda dello stesso Franco Di Mare, che ha collaborato alla sceneggiatura, e della figlia Stella, Malina nella fiction, che adesso ha 23 anni. "La fiction l'avevo vista in anteprima ma è stato comunque un piacere rivederla con Stella, commuovermi con lei -sottolinea Di Mare- Fiorello è più Franco Di Mare di me, il Metodo Stanislavski ce l'ha nel sangue: ha guardato e studiato tanti miei servizi, abbiamo parlato molto, i suoi gesti, le sue parole sono i miei di quegli anni".

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"A pensarci è una cosa strana -prosegue Di Mare- io ho già una certa riconoscibilità per il lavoro che faccio, adesso alla mia immagine si sovrappone quella di un attore che mi interpreta in una fiction che racconta una cosa vera. Un intreccio che fa pensare a Jorge Luis Borges. Quando abbiamo presentato 'L'Angelo' Fiorello ha detto che per la prima volta era seduto a fianco di un suo personaggio, io ho scherzato dicendo che per la prima volta un suo personaggio non era morto ma vivo e vegeto accanto a lui". Dell'impatto che la fiction ha avuto sulla figlia, quando l'ha vista con lui, Di Mare dice poi che "lei era già stata un po' 'anestetizzata' dalla lettura del libro ma certo vedersi impersonata sullo schermo è diverso, un po' più difficile da gestire. Mi aveva detto che non avrebbe sopportato una cosa melensa, l'avrebbe odiata, e dato che 'L'Angelo' certo non è melenso è stata molto contenta; le è anche piaciuta tanto la bambina che la interpretava, ha solo detto che lei da bambina era molto più bella", aggiunge Di Mare con un sorriso paterno.

Lui, che la fiction l'ha molto apprezzata, afferma che quelle immagini su anni importanti della sua vita l'hanno commosso ma non gli hanno provocato i rimpianti che spesso si associano alla memoria di periodi particolarmente intensi del proprio passato: "Ho guardato con affetto ma anche con la giusta distanza, oggi la mia vita è un'altra cosa". Una vita nella quale ha sempre più spazio il mestiere di scrittore ed infatti ad aprile sarà nelle librerie il suo quinto libro, 'Il caffè dei miracoli', per Rizzoli: "Sono all'ultima revisione; è ambientato in un paesino della Costiera Amalfitana e racconta della difficoltà che c'è sempre in un piccolo centro ad accettare il nuovo, come succede ad esempio nel film 'Chocolat', tratto a sua volta da un libro (l'omonimo romanzo di Joanne Harris, ndr). Il mio è un romanzo pieno di ironia", conclude Di Mare.

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