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Allarme Confindustria Lombardia, rischio delocalizzazioni con caro energia

20 gennaio 2022 | 16.14
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Allarme Confindustria Lombardia, rischio delocalizzazioni con caro energia

Per le imprese italiane ed europee la situazione è "drammatica". Il prezzo dell'energia "sta mettendo in ginocchio la manifattura" e senza interventi urgenti "rischiamo di uccidere la nostra industria". O di provocare un blocco degli investimenti e una nuova ondata di delocalizzazioni. Ma, oltre a misure di breve termine, per salvare le imprese serve una politica energetica "lungimirante e non ideologica" per risolvere "a monte" il problema dei prezzi. La bolletta energetica per l'industria italiana, dice all'Adnkronos Francesco Buzzella, presidente di Confindustria Lombardia, "passa da 8 miliardi nel 2019 a 38 miliardi quest'anno, per il commercio da 9,6 miliardi a 20 miliardi. E poi ci sono le famiglie. Parliamo di un incremento di 60 miliardi solo quest'anno, altro che i fondi del Pnrr. Un incremento mostruoso".

Ai prezzi attuali nei prossimi anni "nessuno farà investimenti in Europa". E i l rischio è che l'industria più energivora "dovrà per forza trasferirsi in altre parti del mondo", con una nuova ondata di delocalizzazioni. "Se i costi rimarranno così alti -avverte Buzzella- le aziende si trasferiranno in Paesi dove l'energia ha prezzi normali". Con il danno ulteriore dell'assenza di controlli sulle emissioni di gas climalteranti.

Gli interventi del governo per calmierare le bollette nel breve termine sono sicuramente benvenuti. E se l'esecutivo dovesse procedere a uno scostamento di bilancio, "questo dovrà essere di qualche decina di miliardi. Ma non si può fare tutti gli anni uno scostamento di questa entità. Ora serve un salvagente, per evitare di affogare, ma poi bisogna imparare a nuotare. Non può pagare sempre lo Stato", sottolinea Buzzella.

L'importante, spiega il presidente di Confindustria Lombardia, "è risolvere il problema a monte, con accordi di lungo termine, con la riapertura dello sfruttamento del gas in Italia, con l'utilizzo degli stoccaggi di emergenza". E magari valutando anche il nucleare di quarta generazione. All'Europa serve "una politica energetica di lungo termine, credibile e non velleitaria, che sia compatibile con lo sviluppo industriale e manifatturiero". In particolare sul gas, "che ci servirà ancora per qualche decennio. In questa crisi paghiamo anche le tensioni geopolitiche con la Russia, che ci fornisce il 40% del gas. Serve un approccio meno velleitario e ideologico e un accordo di lungo termine", conclude Buzzella.

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