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Allarme meningite a Milano, l'esperto: "Maxi vaccinazione per azzerare portatori sani"

03 dicembre 2016 | 13.04
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"C'è molta preoccupazione nella microcomunità degli studenti e dei docenti di Chimica", dopo i due decessi per meningite a Milano. "Timori comprensibili, ma i due casi fra loro non sono correlati direttamente: è passato troppo tempo tra uno e l'altro. Il rischio è piuttosto di una presenza più alta della media, in questa comunità, dei portatori sani. Ecco a cosa punta la vaccinazione di 140 persone decisa dall'Ats Milano Città Metropolitana: azzerare i portatori sani". Lo spiega all'AdnKronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università di Milano, che oltretutto conosce da vicino le preoccupazioni che circolano nell'ateneo, "anche perché disto da Chimica, in Città Studi, un centinaio di metri".

"In generale - ricorda Pregliasco - nella popolazione i portatori sani di meningococco sono il 5-10% della popolazione. In Toscana questi portatori sono il 35-40% e proprio i casi recenti di meningite registrati in questa regione hanno sollevato l'attenzione su una malattia mortale che può essere prevenuta con la vaccinazione. Quanto a Milano, l'ipotesi è che nella microcomunità degli studenti e professori di Chimica ci siano più portatori sani del normale. Ecco perché, oltre alla profilassi per i contatti più stretti delle due ragazze e alla sorveglianza, si è optato per la vaccinazione: in questo modo si azzereranno i portatori sani", spiega il virologo.

Bisogna anche dire "che questo approccio precauzionale e questa estrema attenzione sono positivi: i vaccini negli ultimi anni hanno sofferto un danno d'immagine, mentre si tratta di una misura preziosa. Ad allarmare le persone - continua - è stata anche la notizia che i campioni sono stati inviati all'Istituto superiore di sanità, cosa che di norma non accade".

"Ebbene, questo - spiega Pregliasco - è stato fatto perché l'Iss è in grado di eseguire analisi particolari per capire se il genotipo del patogeno che ha ucciso le due ragazze è lo stesso. Si è già visto che si tratta di meningococco C, ma è importante sapere anche qual è il genotipo responsabile. In caso di risposta positiva - conclude - questo ancor più farebbe pensare alla presenza di uno o più portatori sani all'origine delle infezioni".

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