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Allarme reumatologi, fino a 5 anni per diagnosi

14 giugno 2019 | 09.52
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Slalom fra liste di attesa e diagnosi tardive per i malati reumatici del nostro Paese. E’ l’allarme lanciato dalla Società italiana di reumatologia (Sir) in occasione del Congresso Eular (European League Against Rheumatism) a Madrid.

In Italia si registrano ancora troppi ostacoli per chi combatte con patologie reumatologiche, soprattutto le artropatie infiammatorie, che sono le più gravi e invalidanti, segnalano gli specialisti. L’artrite reumatoide viene individuata con ritardo, a volte anche uno o due anni dopo l’esordio dei primi sintomi. Per la spondilite anchilosante il paziente può aspettare anche fino a 5 anni. Si tratta di un gruppo di patologie potenzialmente invalidanti che colpiscono in totale il 3% degli italiani e quando non vengono riconosciute in tempo possono determinare danni irreversibili all’apparato locomotore. Inoltre in alcune Regioni l’assistenza reumatologica ambulatoriale e ospedaliera è insufficiente. Le liste di attesa risultano lunghe e i ritardi, sia nella diagnosi che negli interventi terapeutici, rischiano di prolungarsi ulteriormente con conseguenze serie per i malati.

Nella capitale spagnola, fino a sabato, si riuniscono oltre 15mila specialisti da tutto il mondo per fare il punto su malattie in forte crescita nel Vecchio Continente. "Per garantire una migliore assistenza a tutti i pazienti chiediamo l’attivazione, su tutto il territorio nazionale, delle reti reumatologiche regionali - afferma Luigi Sinigaglia, presidente nazionale della Sir - in Paesi come Germania, Francia o Spagna questi network territoriali sono attivi da diversi anni e hanno ottenuto risultati straordinari in termini di facilitazione dell’accesso alle cure e di razionalizzazione delle spese. In Italia esistono strutture sanitarie di assoluta eccellenza tuttavia manca un’uniformità nell’assistenza. Auspichiamo quindi che le Istituzioni nazionali adottino un modello vincente anche perché la nostra Penisola presenta un rapporto tra abitanti e presenza di reumatologi tra i più bassi a livello continentale".

"Va anche creata una nuova e più forte alleanza con i medici di medicina generale - aggiunge Roberto Caporali, segretario Sir - di solito è lui il professionista che svolge il delicato compito di diagnosticare all’esordio la malattia. Il suo ruolo può essere fondamentale per identificare i primissimi sintomi delle patologie, segnalare una ricomparsa della patologia oppure identificare effetti avversi legati alle terapie. Come società scientifica chiediamo quindi che oltre alle reti siano attivati anche in tutte le Regioni i percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (Pdta) così come previsti dalle attuali leggi nazionali".

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