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Crotone: l'allarme delle imprese, economia in ginocchio, serve progetto per futuro

23 novembre 2020 | 18.54
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Le richieste di Camera di commercio e Confindustria all'esecutivo nazionale

Crotone: l'allarme delle imprese, economia in ginocchio, serve progetto per futuro

Un territorio in ginocchio, che chiede al governo non solo interventi immediati di ristoro ma anche un progetto di rilancio economico per il futuro, utilizzando ad esempio le risorse del Recovery fund. Dopo l'alluvione che ha colpito Crotone e provincia nel fine settimana appena trascorso, oggi il ministro per gli affari Regioni e le autonomie Francesco Boccia è stato nella città calabrese per una prima ricognizione dei danni. E dalle imprese, ancora alle prese con la conta dei danni, sono arrivate le prime richieste al governo.

"I danni sono notevolissimi, l'intero settore agroalimentare è in ginocchio", racconta ad Adnkronos/Labitalia, il presidente di Confindustria Crotone, Mario Spanò'. "C'è ancora fango -spiega Spanò- in giro per la città, anche in centro, ed è difficile già entrare nei negozi, figuriamoci nelle aziende, specie quelle agricole. Noi abbiamo mandato ieri alle aziende associate una scheda che devono compilare con i loro dati e i danni subiti, e credo che queste schede ci arriveranno entro domani o al massimo mercoledì", sottolinea.

Ma tra fango nei locali aziendali e attrezzature spazzate via, i danni appaiono già notevolissimi. "Io ho sentito le aziende personalmente, e i danni sono notevolissimi, specie nell'agroalimentare. Ad esempio, danni notevolissimi sono stati subiti da un'azienda per la produzione di uova, Benincasa, e anche da un'azienda di allevamento di bufale, Marrelli, e anche da aziende vitivinicole, con danni incredibili. Nei prossimi giorni mi sentirò anche con Confcommercio e la Camera di commercio per fare una ricognizione totale di quelli che sono i danni e di capire come intervenire anche attraverso Confindustria nazionale", aggiunge Spanò.

E per il presidente della Camera di commercio di Crotone, Alfio Pugliese quella che sta vivendo la città "è una situazione difficilissima. I settori più colpiti -spiega ad Adnkronos/Labitalia- sono sicuramente agricoltura e commercio. Stiamo ancora monitorando i danni subiti dalle imprese, è troppo presto per delle stime precise. Sicuramente in questa settimana avremo la quantità sia numerica delle imprese e dei comparti danneggiati, sia la quantità monetaria dei danni subiti". Aziende che in queste ore stanno provando a rialzarsi. "Oggi alcune aziende sono aperte, chiaramente limitatamente alle restrizioni previste dalla zona rossa, e quindi solo i comparti autorizzati. Altri sono aperti per ripulire i locali e togliere la merce deteriorata per ripartire nel più breve tempo possibile. Ci sono state zone non colpite dalla bomba d'acqua e altre invece travolte", spiega.

"Noi come Camera di commercio e Confcommercio -spiega Pugliese- già nel giorno stesso della bomba d'acqua abbiamo inviato a Regione e Comune una richiesta urgente di calamità naturale, memori di quanto accaduto 2 anni fa quando ci fu una tromba d'aria a Crotone e non fu riconosciuta la calamità naturale per motivi burocratici. E quindi, per non ritrovarci nella stessa situazione di allora con le aziende che hanno dovuto riparare i danni con le loro risorse, chi ha potuto farlo, abbiamo subito attivato la richiesta d'intervento. Si dà così la possibilità sia di accedere ai fondi del ministero ma anche al sistema camerale di provvedere con risorse nazionali a dare delle forme di ristoro a coloro i quali hanno subito dei danni", spiega.

Ma non bastano i ristori per ripartire, serve un progetto per guardare al futuro, secondo il sistema imprenditoriale. "Chiediamo un progetto speciale per la città, da inserire all'interno del Recovery fund, con investimenti seri e concreti per ridare finalmente sviluppo al territorio". "Chiediamo più attenzione, tra le province crotonesi siamo quella messa peggio. Da quando sono state chiuse le fabbriche più di 20 anni fa non sono stati presi interventi risolutivi per i problemi del nostro territorio", rimarca Pugliese.

E per questo motivo, dice, "al ministro Boccia e al governo si chiede un 'Piano Crotone', innanzitutto con interventi infrastrutturali per il territorio". "L'ennesima alluvione che abbiamo subito è una conseguenza di quelle attività messe in campo dai governi passati e non portate a compimento. All'epoca il piano Versace prevedeva più interventi infrastrutturali per evitare l'allagamento della città, ma non è stato mai completato", ricorda Pugliese. E quindi, ribadisce, "serve un intervento vero, serio, concreto con degli aiuti di ristoro nell'immediato per i danni subiti ma soprattutto con un piano di investimenti importanti. E oggi l'occasione ce la danno le risorse del Recovery fund, per rilanciare finalmente questa provincia", sottolinea.

Un percorso di investimenti nel quale per il presidente della Camera di commercio devono essere coinvolte le parti sociali. "Per il Recovery Fund dalla Calabria non è partito alcun progetto se no quello dell'Autorità portuale di Gioia Tauro nel mese di agosto e quindi, visto e considerato che la Calabria non ha presentato un progetto e visto e considerato che ci sono queste emergenze finalmente è arrivata l'occasione per investire su questo territorio, coinvolgendo le parti sociali. Senza ascoltare i corpi intermedi non si riesce ad avere un quadro completo di quelle che sono le necessità del territorio. E con loro si devono poi decidere le linee guida dello sviluppo del territorio", conclude Pugliese.

Un'impostazione condivisa dal presidente di Confindustria Spanò: "Quello che chiediamo al ministro Boccia e al governo è un programma serio. Siamo stanchi di subire. Come Confindustria noi vogliamo progettare il nostro futuro. Non bastano i ristori, non servono a risolvere i problemi di questa città". Secondo Spanò, "va completato il piano Versace, quello che dopo l'alluvione del '96 doveva mettere in sicurezza la città e che non è mai concluso con la realizzazione delle vasche di laminazione lungo il corso dei fiumi per contenerne le acque in casi di precipitazioni eccezionali come quelle di questi giorni", rimarca il leader degli industriali crotonesi.

"Anche se il ministro arriva e promette soldi a pioggia i nostri problemi restano", continua Spanò, secondo cui "vanno effettuate le opere infrastrutturali per mettere in sicurezza la città, senza dover aspettare anni e anni". "E devono essere risolti anche gli altri problemi della città, come nel resto della Calabria, altrimenti non ne usciremo mai", sottolinea ancora. "Il vero problema -aggiunge Spanò- è che non c'è mai stata la volontà da parte dei governi nazionali di risolvere i problemi della Calabria. Adesso però è arrivato il momento di farlo, bisogna sedersi e progettare, non si può continuare a mettere le bende sull'emorragia, ma l'emorragia non la fermiamo mai", conclude.

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