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AltaRoma, 'Un secolo di forme-il cappello made in Italy'

02 febbraio 2015 | 13.04
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A cura di Patrizia Fabri per Antica Manifattura Cappelli. Il più antico laboratorio romano che ha ottenuto il riconoscimento di Bottega Storica dal Comune di Roma

AltaRoma, 'Un secolo di forme-il cappello made in Italy'

Nell’ambito di AltaRomAltaModa gennaio 2015, Altaroma presenta 'Un Secolo di Forme–Il Cappello Made in Italy' di Patrizia Fabri per Antica Manifattura Cappelli. Il più antico laboratorio romano di cappelli che, grazie al radicamento nel tessuto urbano, nel vissuto quotidiano dei cittadini e al suo importante ruolo di memoria storica e preziosa testimonianza di cultura e tradizione, ha ottenuto il riconoscimento di Bottega Storica dal Comune di Roma. L'appuntamento è questa sera alle 19 al Maxxi–Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, in via Guido Reni, 4A Spazio D.

"In sintonia con la mission di Altaroma, da sempre attenta alla riscoperta, salvaguardia, tutela, valorizzazione delle attività artigianali e di quei luoghi che conservano l’heritage più puro del nostro Made in Italy - si legge in una nota - l’evento a cura di Patrizia Fabri guiderà, come in un viaggio immaginario, in un secolo di moda femminile, ripercorso e narrato dalle forme di legno, nucleo originario di ogni copricapo. Altaroma sostiene il fatto a mano, la tradizione, le botteghe. Luoghi e concetti che conservano quel know how tramandato di generazione in generazione".

"Tutto questo, coniugato con l’imprescindibile sfida di imparare ad esser parte del futuro - prosegue - sapendo trarre spunto dal passato e trasformando questo sapere in una visione creativa che proietti le capacità manuali in una declinazione contemporanea e sperimentale. L’installazione, sotto la direzione artistica dello scenografo Paki Meduri (tra i suoi lavori, 'Suburra' di Stefano Sollima, 'Buongiorno Papà' di Edoardo Leo, 'Into Paradiso' di Paola Randi e la serie Tv 'Gomorra'), coniugherà, in un dialogo avvincente e serrato, presente e passato.

Il cappello, proprio perché indossato nel punto più importante del corpo, la testa, rappresenta la chiave di volta dell’armonia del gioco dei volumi nell’intera mise femminile. In un’ideale passerella si vedranno piccole forme di legno per le cloche degli anni ‘20, bizzarre per i cappelli surrealisti degli anni ‘30, basse e di stile maschile per i cappelli da indossare in bilico sulla testa per gli anni ‘40.

Geometriche pagode per i sofisticati cappelli da abbinare agli abiti di Christian Dior degli anni ‘50 e poi gonfie toque per cappelli che possano contenere i cotonatissimi capelli degli anni ‘60, 'pamele' dalle grandi falde per i cappelli di paglia che rappresentano la contestazione degli anni ‘70, mentre forme equilibrate e finto bon ton parlano dell’opulenza degli anni ‘80, fino ai volumi bizzarri ed impossibili utili alla realizzazione di cappelli da portare solo in sfilata degli anni ‘90 che segnano il declino del quotidiano uso del cappello, per giungere in conclusione a forme contemporanee come la forma di pagoda gigante realizzata per costruire un cappello disegnato da Roberto Capucci nel 2010.

In esposizione anche una selezione di cappelli che prende vita, come per magia, dalle stesse forme di legno. Dalla cloche parasisol bordata in grò (anni ‘20) al cappello Pagoda in tulle bianco a pois di Christian Dior (anni ‘50), dalla toque in paglia finissima cucita (anni ‘30) a quello a falda larga in paglia di Firenze decorata in velluto (anni ‘50). E, accanto alla tradizione, si fa largo l’innovazione con l’esclusiva collezione firmata Patrizia Fabri che presenterà, tra gli altri, un cappello in feltro giallo e piume di fagiano, un turbante scultura in buntal, una Pagoda parasisol.

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