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Province, altolà di Di Maio

02 maggio 2019 | 12.54
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"Chi vuole le Province cerchi altro alleato". E ancora: "Per il M5S si aboliscono, non si ripristinano". Salvini: "Non ho tempo di rispondere a polemiche"

(Fotogramma)
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Province e caso Siri riaccendono lo scontro nel governo. Alla presentazione del programma M5S per le europee Luigi Di Maio manda un messaggio chiaro alla Lega: "Le province sono uno spreco ed è inutile ammalarsi di amarcord pensando di farle tornare. Chi vuole le province deve trovarsi un altro alleato. Per il M5S le province si aboliscono, non si ripristinano". Il vicepremier ricorda anche che il M5S "nemmeno si è mai presentato alle elezioni" provinciali. Sull'altro fronte i toni non sono meno netti. "Sulla questione morale il M5S non arretra - scandisce il ministro del Lavoro con un chiaro riferimento al caso Siri - Comunque si chiami il sottosegretario, da noi le regole si rispettano, che tu sia del Movimento o del partito alleato questo deve essere chiaro". "

"Non ho tempo da perdere in polemiche, io sono qui a occuparmi di sicurezza dell'Italia e dell'Europa" ha replicato Salvini, parlando a margine dell'incontro a Budapest con il ministro dell'Interno, Sandor Pinter, rispondendo a chi gli chiede delle parole di Di Maio sulle province. "Io lavoro - assicura il ministro italiano - Fare finire le polemiche? Chiedete a qualcun altro".

EUROPEE - Rilievi vengono mossi da Di Maio al Carroccio anche sul fronte europeo, nel giorno in cui Matteo Salvini è in Ungheria per incontrare il primo ministro. "Non ha senso che vieni qui in Italia come fa la Lega a dire 'combattiamo l’austerity' e poi ti allei con forze come quella di Orban che quando facevamo la guerra all’austerità, portando avanti quota 100 e reddito di cittadinanza, chiamavano Juncker per chiedergli più austerity per l’Italia", osserva Di Maio. Quanto alle elezioni, "il Ppe e il Pse non faranno il 51% e il gruppo parlamentare dove ci sarà il M5S sarà fondamentale, saremo l’ago della bilancia". "Il tema vero - sottolinea - sarà quanta gente andrà a votare e questo dipenderà dalla percezione di quanto sia stato utile il Parlamento europeo che in questi anni è sempre stato il parcheggio per i trombati della politica". Per il vicepremier, inoltre, "la sede di Strasburgo va chiusa: è solo un business, costa decine e decine di migliaia di euro” e gli “sprechi della politica, in Europa, vanno ad intaccare la credibilità delle istituzioni europee”. Nella sua analisi rileva poi che “queste elezioni non sono solo europee ma anche italiane: dobbiamo evitare che tornino quelli che c'erano prima e che hanno ridotto così il Paese. Quelli che non vedono l'ora di riprendersi in mano la cosa pubblica”.

SALARIO MINIMO- Il capo politico M5S torna anche sul salario minimo che "è nel contratto di governo, ma anche nei programmi elettorali di Lega e Pd... quindi sia Lega che Pd devono spiegarmi perché non votano il salario minimo". "Non credo che la Lega non lo voterà, è nel contratto", rimarca poi, sottolineando come "tanta gente che lavora non arriva a fine mese".

FISCO E CRESCITA - Alla presentazione del programma M5S per le europee Di Maio affronta anche temi fiscali e le questioni economiche. "Ben venga la flat tax ma non aumentando l’Iva, in Italia le tasse vanno abbassate - ribadisce - L'Iva non deve aumentare, non può aumentare e non aumenterà: troveremo le risorse dalla spending review, dalla crescita ma anche dalla lotta ai grandi evasori". Quanto alla crescita, "non mi accontento del +0,2% certificato dall'Istat, ma possiamo dirci che tutte quelle previsioni catastrofiche sono state smentite. Le nostre politiche espansive stanno dando il loro effetto e devono ancora avere il loro impatto il reddito di cittadinanza, il dl Crescita e lo sblocca cantieri". "Se la Ue ci segue investendo - prosegue - e non tagliando potrebbero avere effetti positivi in tutti i Paesi europei". Ancora, con riferimento all'accordo con la Cina, Di Maio sottolinea che "ci aiuterà a espandere il Made in Italy, ma bisogna fare ancora di più: a livello europeo dobbiamo rivedere alcuni trattati che hanno danneggiato i nostri agricoltori. Negli accordi commerciali e nell'economia diciamo Italia first”. “In Europa sono anni che è bloccato il regolamento sul 'made in' - rimarca - quello si deve sbloccare e aiuterebbe sicuramente l'Italia”.

MIGRANTI - Poi la questione migratoria. "Sui rimpatri non mi importa se sono 500mila o 90mila quelli da fare - dice Di Maio - L’Europa ci deve aiutare: bisogna fare accordi di rimpatrio e su questo il governo deve fare di più".

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