E' più vicino lo sviluppo di un test del sangue in grado di diagnosticare il morbo di Alzheimer. Una prova che darebbe ai medici la possibilità di intervenire al più presto sulla patologia e in una fase ancora precoce. E' la prospettiva al centro dello studio condotto dai ricercatori dell'università di Washington e pubblicato sulla rivista scientifica 'Alzheimer's and Dementia'. La ricerca, coordinata dal professor Randall Bateman, si è concentrata sulle alterazioni della beta amiloide, la proteina che forma le placche che soffocano e infine uccidono i neuroni nella malattia di Alzheimer.
Attualmente l'unico modo di rilevare la presenza della beta amiloide nel cervello è attraverso una Pet, costosa e non ampiamente disponibile, oppure una puntura lombare, che è invasiva e richiede una procedura medica specialistica. Ora invece il nuovo studio suggerisce di identificare le persone con livelli alterati di beta amiloide nel cervello tramite un esame del sangue. "Il nostro test - ha spiegato Bateman - riesce, dal sangue, a rilevare se la proteina ha iniziato ad accumularsi nel cervello. Un risultato che può essere la base per test di screening rapidi per identificare le persone a rischio di ammalarsi di Alzheimer".