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"Ucraina, il Paese migliore dove fare affari"

28 novembre 2017 | 13.29
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L'ambasciatore Yevhen Perelygin
L'ambasciatore Yevhen Perelygin

Una nuova legislazione sugli investimenti, basso costo della manodopera e ridotta pressione fiscale: sono questi gli elementi che spingono sempre più imprese italiane a trasferire in toto o in parte le proprie attività in Ucraina, aprendo filiali in loco. Lo sottolinea Yevhen Perelygin, ambasciatore di Kiev in Italia, sottolineando come il suo paese sia tra i partner commerciale ideali per via anche di una posizione geografica strategica, visto che rappresenta un ponte con il Kazakistan, la Russia, le altre Repubbliche dell’Asia Centrale.

Come detto la legislazione sugli investimenti è stata recentemente riformata ed ampliata, proprio per incentivare ed attrarre il maggior numero di partner internazionali. Inoltre, procede il processo di integrazione europea con l’Accordo di Associazione con l’UE, entrato in vigore dall’1 settembre 2017, con il quale è stata disposta l’aria di libero scambio che prevede l’abolizione dei dazi all’importazione per le merci provenienti dall’Unione.

"Siamo di fronte ad un nuovo periodo storico per l’Ucraina - spiega Perelygin - che vede il Paese protagonista di importanti trasformazioni, attraverso norme e riforme più elevate di democrazia che hanno favorito la crescita delle produzioni agrarie, industriali, delle nuove costruzioni nonché un miglioramento del reddito pro-capite e degli investimenti"."L’Ucraina è in crescita in molti settori, nonostante il conflitto silenzioso che da anni affligge il Paese a causa dell’aggressione russa, ampiamente condannata dall’intera comunità internazionale. Tuttavia - ricorda il diplomatico - il nostro popolo è stato capace di superare gli ostacoli e di ricostruire il Paese, grazie all’aiuto e alla solidarietà dei partner internazionali, in particolar modo dell’Italia".

Infatti il Pil dell’Ucraina è cresciuto del 2,3% nel 2016, una tendenza che resterà stabile per tutto il 2017, con un ulteriore crescita del 2%. Risultati che sono frutto di riforme strutturali volte alla semplificazione delle procedure burocratiche, lotta alla corruzione, una politica monetaria ed internazionale più efficace attraverso anche il risanamento del sistema bancario. Attualmente Kiev offre un sistema tra i più liberalizzati al mondo, un costo della manodopera e una situazione logistica tra le più competitive.

Per le merci italiane, peraltro, quello ucraino è un mercato da 5 miliardi di dollari con oltre il 30% delle esportazioni italiane è costituito da attrezzature e apparecchi altamente tecnologi. Attualmente, oltre 300 imprese italiane detengono diverse filiali produttive in Ucraina: dalle piccole e medie aziende ai grandi operatori economici, tra cui Eni, Camozzi, Emil Ceramica, Intesa, Buzzi Unicem, Inblu, Celme. I maggiori investimenti italiani sono nel campo finanziario, nel settore della trasformazione alimentare, in quello delle ceramiche, tessile, del legno e delle calzature. Peraltro anche il settore spaziale che è in forte espansione, visto che l'Ucraina è coinvolta nello sviluppo di booster per i razzi vettori in progetti della NASA e dell’UE, nonché per le attrezzature di agganciamento per l’ISS, sistemi di puntamento, di controllo dei complessi spaziali e delle infrastrutture terrestri. Con l’Agenzia Spaziale Italiana, in particolare, lo stabilimento ucraino ha contribuito alla produzione dei propulsori per il 4° stadio del lanciatore italiano VEGA.

L’Ucraina è un Paese in ascesa e continuerà ad essere interessata ad importare esperienza e conoscenze tecniche per intensificare i rapporti con l’Italia negli investimenti, nella cultura e nell’arte ma anche nella scienza e nell’istruzione” conclude l’Ambasciatore.

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