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Ambientalisti a Renzi: subito a lavoro sulla lotta ai cambiamenti climatici

26 febbraio 2014 | 13.42
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''Illustre presidente, le scriviamo all'indomani del suo insediamento a capo del governo per evidenziare il rilievo e l'urgenza degli impegni che attendono il nostro Paese, già nelle prossime settimane, in materia di contrasto ai cambiamenti climatici''. Con queste parole si apre la lettera che Coordinamento Free (Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica), Greenpeace, Legambiente, Kyoto Club, Comitato Si alle Energie Rinnovabili No al Nucleare e Wwf hanno inviato oggi al presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Le principali associazione ambientaliste italiane, insieme al più ampio coordinamento di associazioni e imprenditori dell'efficienza energetica e delle rinnovabili, chiedono al nuovo governo di rappresentare l'Italia, nell'Ue, con un impegno forte e ambizioso in materia di politiche per la salvaguardia del clima.

Per questo, venerdì 28 febbraio un cartello di associazioni scendono in piazza davanti a Montecitorio alle 11.30 per chiedere all'Unione Europea e all'Italia di assumere un ruolo realmente incisivo nella lotta al cambiamento climatico ma anche di cambiare prospettiva di sviluppo puntando verso innovazione e green economy.

Il prossimo 20-21 marzo, infatti, il Consiglio europeo si riunirà per decidere sui target europei al 2030 in materia di clima ed energia; prima di allora, il 3 e il 4 marzo, sarà la volta dei ministri per l'Ambiente e di quelli con competenze in materia di Energia, anche qui per discutere il futuro dell'Unione nella sfida ai cambiamenti climatici. Saranno, questi, passaggi decisivi per scegliere la strada giusta per l'Ue.

''L'Italia - si legge nella lettera - con il precedente esecutivo, ha già espresso il suo impegno (insieme a Germania, Francia, Danimarca e altri quattro stati) in favore della definizione di tre target ambiziosi e vincolanti per il contenimento delle emissioni di gas serra e lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica. Gentile Presidente, le chiediamo di confermare l'indirizzo sin qui espresso dall'Italia e di fare ancora di più''.

Le associazioni firmatarie dell'appello rigettano gli obiettivi individuati dalla Commissione Ue e chiedono al Governo italiano di partire dall'orientamento del Parlamento europeo (riduzione del 40% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990; produzione di almeno il 30% del consumo finale complessivo di energia da fonti rinnovabili; incremento dell'efficienza energetica del 40%) come soglia minima di confronto con gli altri governi europei.

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