"La mancata costituzione come parte civile della Regione e dello Stato nel processo per lo sversamento di una nave cisterna alle centrale E.On dell'11 gennaio del 2011 è una fatto di una gravità inaudita che non può passare in silenzio senza individuare responsabilità e complicità del sistema istituzionale sardo e nazionale". Lo afferma il deputato sardo di Unidos Mauro Pili che ha chiesto di trasmettere gli atti dell'''evidente omissione d'atti d'ufficio alla Procura competente e alla stessa Corte dei Conti perché esaminino responsabilità e complicità con la società E.On per la mancata costituzione parte civile di Stato e Regione", in relazione all'episodio dell'11 gennaio del 2011, quando la petroliera 'Esmeralda', attraccata al pontile industriale di Porto Torres, nel corso del trasferimento di olio combustibile alla centrale elettrica di Fiumesanto (Ss), sversò in mare 10mila litri di olio, inquinando il Golfo dell'Asinara.
"Si tratta di una decisione che fa emergere una gravissima connivenza che si manifesta con il più grave dei comportamenti istituzionali, il mancato perseguimento delle responsabilità. Pensare che Stato e Regione abbiano deciso di non costituirsi parte civile è una fatto inaudito. Chi ha deciso - domanda Pili al ministro dell'Ambiente - di non procedere? Chi ha deciso di non contrastare quel reato di disastro ambientale? E' impensabile che si tratti di una dimenticanza. Si è trattato di un travaso in mare da una nave cisterna alla centrale E.On di Porto Torres di un quantitativo elevatissimo di olio combustibile che ha invaso e devastato l'intera costa del nord Sardegna. Impossibile che non ci sia stato un tacito accordo tra le parti. E.On, responsabile della banchina dalla quale si è verificato lo sversamento, aveva dichiarato che si trattava di 10.000 litri di olio combustibile, ma era apparso da subito evidente - sostiene Pili -, in base a tutti i rilievi effettuati, che si trattasse di quantitativi notevolmente superiori". (segue)
